ETERNA RICONOSCENZA

By Vincenzo Fabri
Pubblicato il 1 Marzo 2014

Vi scrivo perché, nel luglio 2012, con la mia famiglia siamo venuti dal Belgio al santuario di san Gabriele e abbiamo incontrato alcuni parenti venuti a visitare il loro figlio sacerdote. Con loro abbiamo parlato di quello che ci era accaduto e il figlio sacerdote ci ha consigliato di scrivere alla rivista. Io sono nata nel 1969, ma all’età di 11 anni cominciai ad avere dei problemi al ginocchio destro, con la rotula che si era lussata ed era molto doloroso, con gonfiori, ematomi che mi costrinsero all’immobilizzazione per parecchi giorni. Mi sottoposi a varie sedute di chinesiterapia varie volte l’anno. Molto più tardi, nel 2001, affaticata dalla sofferenza al ginocchio, decisi di andare da un grande professore ad Anversa il quale mi disse che era necessario un intervento chirurgico perché l’articolazione era molto rovinata.

Dopo l’intervento feci una lunga riabilitazione. In seguito non sentii più alcun dolore per otto anni, dopo i quali all’improvviso ritornarono i dolori, molto intensi, con il ginocchio che si gonfiava continuamente, a tal punto che io non potevo più abbassarmi, inginocchiarmi o salire e scendere le scale. Tornai dal professore che mi disse che ormai non poteva fare più niente, perché l’articolazione era usurata e quindi mi prescrisse solo alcune medicine. Il luglio seguente noi partimmo, come sempre, per le vacanze a Roseto degli Abruzzi e, come ogni anno, andammo anche al santuario di san Gabriele. Era stato mio marito, originario dell’Abruzzo, a farmi scoprire san Gabriele che io non conoscevo. Già dalla prima volta mi prese una forte emozione, una sensazione che mi ritornava ogni anno, a ogni visita. Quella volta, essendo io molto sofferente al ginocchio, mio marito mi suggerì di mettere il mio ginocchio sotto l’acqua della fontana del piazzale. All’inizio sentii un gran dolore, pensai fosse per l’acqua che era gelata, ma poi, pian piano, il ginocchio cominciò a sgonfiarsi e io non sentii più alcun dolore. Da quel giorno io potevo salire e scendere le scale, accovacciarmi e correre senza dolore.

Ma un anno più tardi il problema al ginocchio si ripresentò e quando in estate tornammo al santuario io rimisi la gamba sotto l’acqua della fontana, risentii lo stesso dolore dell’anno prima e il ginocchio si rimise a posto immediatamente e ritrovai l’uso perfetto della mia gamba, tra la gioia di mio marito e dei miei bambini. Era stato per me un vero miracolo e per la seconda volta. Da quel giorno san Gabriele fa parte della mia vita, delle mie preghiere, ogni giorno lo ringrazio, lui è per me un amico, un confidente, fa parte della mia casa. Non so perché mi ha scelta, ma lui ha cambiato la mia vita e gli sarò eternamente riconoscente.

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