ESTATE ROVENTE ANCHE IN POLITICA

By Nicola Guiso
Pubblicato il 31 Agosto 2022

Non mi sembra eccessivo dire che le asprezze climatiche di questa estate in Europa siano accentuate per gli italiani dalle incombenze politiche, sociali e istituzionali che si compiranno a fine stagione con le elezioni politiche. La loro natura – e le potenziali conseguenze (di breve, medio e lungo termine) – richiederanno particolari valutazioni che faremo a tempo debito. In questa nota, pertanto, mi è sembrato utile richiamare un fatto particolare, di grande rilievo nella vita sociale, e nelle prospettive future dell’Italia; non sempre tenuto in debito conto nelle posizioni dei partiti, dei sindacati e dei gruppi sociali Ma in questa occasione invece proposto in molti documenti politici con particolare ricchezza di dati qualificanti: i problemi dei giovani. Sui quali pertanto, sia pure in sintesi estrema, mi pare utile soffermarsi, considerandone soprattutto alcuni elementi essenziali degli stessi, richiamati in analisi e proposte di documenti elettorali.

Il primo elemento è che i giovani ritengono che le loro aspirazioni e attese non debbano essere considerate solo quali promesse elettorali che verranno penalizzate per i sacrifici richiesti per realizzarle. E auspicano invece la proposta di impegni che abbiano al centro la capacità operativa dei giovani. Il dare concretezza a questo indirizzo comporta innanzitutto realizzare interventi strutturali e organici di crescita dell’occupazione. Con sostegno a tal fine anche delle aziende, a cominciare da forme di defiscalizzazione delle assunzioni.

Altri interventi di un programma organico di sviluppo dedicato ai giovani sarebbe un aumento adeguato – eventualmente collegato anche alle condizioni territoriali – delle retribuzioni minime per l’apprendistato, praticantato e contratti a tempo indeterminato. Trattamento quest’ultimo che dovrebbe anche comportare adeguati vantaggi fiscali per le imprese. Una concreta e incisiva politica per i giovani impone, dunque, al paese di investire, soprattutto per la loro formazione, professionale e culturale, perché ogni giovane possa sviluppare e affinare i propri talenti naturali a vantaggio delle sue aspettative e di quelle della società. Dunque la formazione qualificata deve essere un diritto per tutti i giovani, a prescinder dalla loro condizione economica.

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