ELOGIO DELLA VITA CONIUGALE

By Carlo Ghidelli
Pubblicato il 1 Maggio 2013

Spesso e volentieri i libri sapienziali della bibbia offrono considerazioni realistiche sulle relazioni amorose che intercorrono tra un uomo e una donna. Talvolta essi indugiano nel descrivere le varie situazioni della vita coniugale in tutte le sue manifestazioni, più o meno positive, che provocano alla riflessione. Quello che preme rilevare fin dall’inizio è lo schietto realismo, talvolta crudo e senza peli, che caratterizza il linguaggio biblico, segnatamente quello dei libri sapienziali: segno di approccio lineare e sereno alla problematica inerente la vita coniugale, che ancora oggi ci interpella.

INVITO ALLA FEDELTÀ CONIUGALE

“Bevi l’acqua della tua cisterna / e quella che zampilla dal tuo pozzo” (Pro 5,15). Chiaramente il proverbio allude ai rapporti coniugali che dovrebbero essere improntati alla più assoluta fedeltà. Rileviamo che il proverbio inculca la monogamia, mentre la legge di Mosè tollerava la poligamia: segno evidente di un forte progresso verso l’ideale che sarà predicato da Gesù. La cisterna e il pozzo vanno considerati come metafore per indicare la moglie legittima. Nella loro semplicità esse rendono bene l’idea: come ognuno deve apprezzare, utilizzare e far tesoro dell’acqua che gli offre il suo pozzo o la sua cisterna, così ogni marito deve apprezzare e amare la moglie che gli vive accanto. Essa – per usare le parole del Cantico dei cantici – è “sorgente chiusa, fonte sigillata, fontana di giardino, zampillo d’acque vive che scendono dal Libano” (4,12.15). Il nostro proverbio continua con queste espressioni: “Sia benedetta la tua sorgente / e tu trova gioia nella donna della tua giovinezza / cerva amabile, gazzella graziosa / i suoi seni ti inebrino sempre / sii sempre invaghito del suo amore”. Queste sono immagini belle e gentili, che vengono a ingentilire il discorso fino a renderlo poetico, ma non astratto.

FORTE COME LA MORTE LA GELOSIA

Questa espressione si ispira al proverbio che recita: “La gelosia accende l’ira del marito / che non avrà pietà nel giorno della vendetta / Egli non accetterà compenso alcuno / rifiuterà ogni dono, anche se grande” (Pro 6,34). Si sa che la gelosia è nota tipica dell’amore coniugale; a tal punto che quando manca la gelosia viene da sospettare che l’amore stia spegnendosi: una spia provvidenziale, dunque, forse necessaria. Troviamo una eco fedele a questa verità in una felice espressione del Cantico dei cantici: “Mettimi come sigillo sul tuo cuore / come sigillo sul tuo braccio / perché forte come la morte è l’amore / tenace come il regno dei morti è la passione / le sue vampe sono vampe di fuoco / una fiamma divina!” (8,6). Certo, il proverbio sviluppa solo gli aspetti negativi della gelosia coniugale, ma noi sappiamo che essa riveste anche aspetti molto positivi, come quelli che sono attribuiti alla gelosia che Dio nutre verso il suo popolo. E possiamo certamente ritenere che tuttora il Signore è geloso del suo popolo. Una gelosia, quella di Dio, che non ha altro scopo se non quello di tenerci fedeli all’unico amore: l’amore che libera e salva.

ELOGIO DELLA DONNA PERFETTA

“Fallace è la grazia e vana la bellezza / ma la donna che teme Dio è da lodare” (Pro 31,20). Questa espressione fa parte del cosiddetto “elogio della donna perfetta”, con il quale praticamente si chiude il libro dei Proverbi. Indubbiamente il poema provoca alcune domande: dove sta il valore di una donna? Qual è la condizione indispensabile perché una donna, qualsiasi donna, possa dirsi realizzata pienamente secondo il progetto di Dio? Quale immagine di donna ci offre oggi la società nella quale viviamo? La risposta offerta dall’elogio va soppesata attentamente: non si scarta affatto la grazia e la bellezza della donna, come pure la sua abilità nel lavoro domestico e professionale; al contrario dal contesto del poema risulta che queste qualità sono apprezzate e raccomandate. Si vuole solo stabilire quella gerarchia dei valori per la quale ogni valore umano deve essere posto in subordine ai valori religiosi: tra questi eccelle il santo timor di Dio, che è sintesi perfetta di tante virtù.

 

 

 

 

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