Mi pare opportuno porre termine a questa serie di meditazioni sui libri sapienziali fermando l’attenzione proprio sulla sapienza per constatare come essa comprenda l’ambito divino e umano
Spesso nei libri sapienziali della bibbia assistiamo a un vera e propria personificazione della sapienza. Essa si presenta come emanazione divina, come madre sollecita del bene dei suoi figli, o come sposa completamente rivolta verso coloro che sono oggetto del suo amore, o anche come maestra che si prodiga per i suoi discepoli o, infine, come sorella che ama condividere tutto con i suoi fratelli. Mi pare più che opportuno porre termine a questa serie di meditazioni sui libri sapienziali fermando la nostra comune attenzione proprio sulla sapienza per constatare come essa comprenda l’ambito divino e l’ambito umano; è dono che Dio offre a ogni essere umano; è qualità teandrica, direi.
NULLA È PIÙ PREZIOSO DELLA SAPIENZA
“Possedere la sapienza è molto meglio dell’oro / acquisire l’intelligenza è preferibile all’argento” (Pro 16,16). Oro e argento sono tra i metalli più preziosi, dei quali si fa uso per ostentare ricchezza o per vanagloria. Ma è proprio vero che non esiste nulla al mondo più prezioso dell’oro e dell’argento?
La risposta dipende dal piano sul quale ci si mette: su un piano meramente materiale si potrebbe dire che nulla, o quasi, eguaglia questi metalli, ma nessuno si illuda di ricevere quello che madre natura non gli ha dato e di abbagliare il prossimo. Se, invece, ci si mette su un piano spirituale, allora la risposta emerge spontanea: non dalle cose possono venire sapienza e intelligenza, ma solo da colui che ne è il padrone e la sorgente.
Chi è saggio non sente il bisogno di caricare le dita, gli orecchi e il collo, oggi anche il naso e le labbra, di tanti gioielli: non servono a nulla, se non a destare momentaneamente l’attenzione altrui. Egli tende con tutte le sue forze ad acquisire piuttosto quei doni che Dio elargisce volentieri ai suoi figli più cari. Per questo si legge in Proverbi 3,14: “Beato l’uomo che ha trovato la sapienza / l’uomo che ottiene il discernimento / è una rendita che vale più dell’argento / e un provento superiore a quello dell’oro”.
BENEFICI EFFETTI DELLA SAPIENZA
“Con la sapienza si costruisce una casa / e con la prudenza la si rende salda / con la scienza si riempiono le stanze / di tutti i beni preziosi e deliziosi” (Pro 24,3-4). Naturalmente qui per casa non si intende l’edificio nel quale si abita, quanto piuttosto la casa-famiglia, luogo degli affetti e degli scambi vitali. Per costruire una cosa ci vuole poco, ma per costruire una famiglia ci vuole molto.
Non sono necessari calce e mattoni, bensì la sapienza, la prudenza e la scienza. È compito di tutti, questo, ma qui mi pare di scorgere in invito rivolto soprattutto ai giovani che hanno in animo di formare una famiglia, coronando così il loro sogno d’amore. Non sono tanto le ricchezze che assicurano una vita serena e tranquilla; non sono i successi che portano gioie e onori in una famiglia, quanto piuttosto la scienza, cioè la conoscenza di Dio e della sua volontà; sapienza che è desiderio di Dio e della sua compagnia, e la prudenza che suggerisce i mezzi giusti per impostare una vita serena.
Torna alla mente la casa costruita sulla roccia di cui parla Gesù al termine del famoso discorso della montagna: “Chiunque ascolta queste parole e le mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito la sua casa sulla roccia” (Mt 7, 24). È la parola di Dio, ascoltata e messa in pratica, che procura la saggezza, più preziosa di ogni altro bene.
DONO INESTIMABILE LA SAPIENZA
“Mangia il miele, figlio mio, perché è buono / e il favo è dolce al palato” (Pro 24,13). Questo proverbio non riuscirebbe a esprimere la sua valenza educativa se non trovasse una opportuna applicazione nel versetto che segue: “Sappi che tale è la sapienza per te / se la trovi, avrai un avvenire / e la tua speranza non sarà stroncata”.
Il miele, dunque, è simbolo della sapienza: esso è a un tempo dolce e nutriente, buono e medicamentoso: le qualità del miele sono anche le qualità della sapienza. La dolcezza della sapienza fa pensare alla delicatezza nel tratto, alla tenerezza verso i piccoli, alla finezza d’animo e capacità di assaporare interiormente le cose belle e buone che il Signore riserva ai suoi figli e figlie prediletti.
Per acquisire la sapienza è necessario frequentare persone sagge, che hanno già fatto un buon cammino alla scuola di lei. La sapienza ha i suoi aficionados: essa si lascia trovare solo da coloro che la ricercano con cuore sincero e ne hanno individuato la casa e la strada che vi conduce.
LA PREGHIERA
DI SALOMONE
A Gabaon il Signore apparve a Salomone: Chiedimi ciò che vuoi. Salomone disse: Tu hai trattato il tuo servo Davide con grande amore perché aveva camminato davanti a te con fedeltà. Ora, Signore mio Dio, io sono un ragazzo e non so come regolarmi. Concedi al tuo servo un cuore docile. Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: Poiché hai domandato questa cosa, il discernimento nel giudicare; ecco io faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te. 1Samuele 3,5-12
UNA PREGHIERA
DI SANT’EFREM SIRO
Fa’ risplendere, o Signore, il giorno luminoso della tua scienza e scaccia la notte tenebrosa dalla nostra mente, perché sia illuminata e ti serva nella novità della purezza. Il sorgere del sole segna l’inizio dell’attività dei mortali. Fa’, o Signore, che perduri nelle nostre menti il giorno che non conosce la fine. Donaci di vedere in noi stessi la vita della risurrezione e fa’ che nulla distolga il nostro spirito dalle tue gioie. Imprimi in noi, o Signore, il segno di questo giorno che non trae inizio dal sole, infondendoci una costante ricerca di te.