“Io ci sarò”. Affermazione apodittica. Corredo di foto similgioconda con ricrescita di capelli opportunamente ritoccata. Filtro appianarughe. Nel complesso figura di donna gradevole. Il tutto su enormi cartelloni pubblicitari esposti nei luoghi più frequentati della città. Snodi delle arterie stradali più importanti. Ingressi dei centri commerciali. Una campagna pubblicitaria e promozionale in piena regola. Non dirò la città abruzzese oggetto di questa campagna. Né dirò il nome (anche perché c’è solo quello senza cognome) della donna che sta promuovendo la sua immagine. Non lo farò per non abboccare all’esca dell’agenzia che sta curando la campagna promozionale: parlare di questa strana e misteriosa faccenda di qualcuno che annuncia che ci sarà, senza dire ne dove, né come. E tantomeno perché. Insomma quello che un po’ tutti si stanno chiedendo in questa media città abruzzese meta anche di pendolarismo impiegatizio e commerciale dei paesi vicini. Prevengo la facile obiezione del perché allora ne faccio oggetto di uno scritto sul nostro giornale. Semplicemente perché questo enigma con la faccia di donna gradevole, tanto misterioso non pare essere. Quel “Io ci sarò” annuncia evidentemente una discesa nel campo della politica alle prossime elezioni comunali, che si terranno nella prossima primavera.
Il punto su cui invito i nostri lettori a riflettere è proprio questo. Possibile che la politica sia ridotta a una caccia al tesoro per scoprire chi è la protagonista di questo meccanismo pubblicitario? Quanti giorni ancora dovremo aspettare per vedere il prossimo cartellone che ci avvicini alla soluzione. E poi ancora il successivo come nel gioco dell’acqua-fuochino-fuoco? Ammesso che la trovata abbia una sua valenza comunicativa (altrimenti non staremo qui a parlarne), ma basta questo per convincere gli elettori a votare ed eleggere la persona ritratta in gigantografia? Se così fosse (e credo fermamente che questo non sarà) avremmo toccato il fondo della degenerazione del sistema democratico dove l’apparire e l’immagine sono gli esclusivi criteri di valutazione pubblica. Senza dire con quale schieramento? Per intendersi quello che una volta si chiamava partito. E va ancora bene. Tanto nell’immaginario collettivo che vuoi che conti? L’uno vale l’altro a giudicare da come si cambia mezzo di trasporto per raggiungere la meta. Senza dire con quale programma? E potrebbe ancora andar bene. Tanto i programmi elettorali poi non vengono rispettati. È solo fumo negli occhi dei cittadini. Senza credenziali professionali, di competenza amministrativa, di capacità gestionali della cosa pubblica? Povero illuso: a che servono queste competenze? Il ceto dirigente delle amministrazioni comunali mediamente è così scarso che i risultati sono davanti a ciascuno di noi. Ma allora ha ragione la similgioconda? Forse sì. Ha capito che l’apparire è tutto e che la sostanza, nel mondo di oggi, purtroppo, risiede proprio nell’immagine. Nel volto accattivante, giovanile e giocondo. Però contrariamente agli altri in più ci fa giocare alla caccia al tesoro.
