TESTAMENTO BIOLOGICO

in Italia
By Nicola Guiso
Pubblicato il 31 Marzo 2017

è all’esame del Parlamento il disegno di legge cosiddetto di Testamento biologico o di Fine vita. Un provvedimento spesso sostenuto in modo partigiano e fazioso da molta parte dell’informazione, per motivi ideologici, antireligiosi, per calcoli politici o per ricerca di maggiore profitto nella diffusione. E spesso, purtroppo, con lo sfruttamento strumentale di fatti dolorosi (come l’eutanasia in Svizzera di Fabiano Antoniani, detto Fabo) o sconcertanti (come il concorso per due ginecologi, obbligatoriamente abortisti all’ospedale San Camillo di Roma). I parlamentari di ispirazione cattolica, e non pochi religiosi o non credenti, sostengono che senza modifiche sostanziali l’approvazione del Ddl equivarrebbe all’implicita legalizzazione dell’eutanasia. Per esempio, a giudizio di un magistrato di valore, già parlamentare, quale Alfredo Mantovani, e dell’onorevole Paola Binetti, chirurgo e docente universitaria, l’implicita legalizzazione dell’eutanasia nel Ddl in discussione è contenuta nella possibilità in esso prevista per il paziente – in ragione di testamento biologico o in forma diretta – di decidere se interrompere le cure, compresa l’idratazione e l’alimentazione artificiale, che sono non terapia ma sostegni vitali indispensabili, dunque impossibili a essere interrotti.

L’oncologa Silvye Menard, di 70 anni – atea – prima favorevole al testamento biologico è diventata contraria, sino a diventare testimonial di Onlus Pro vita dopo che, a 57 anni, è stata colpita dal cancro.  “Quando ero sana – osserva – guardando le persone soffrire dicevo che mai sarei voluta finire così. Ma quando hai una malattia grave realizzi che hai una gran voglia di vivere; e oggi sono pronta a fare qualsiasi terapia”. Di qui l’invito a non firmare un testamento biologico a 30-40 anni, che potrebbe diventare immodificabile per demenza senile o per Alzheimer. Potremmo – aggiunge – far morire persone anziane per una influenza, perché il medico dovrà obbedire a quello che avevano scritto decenni prima.

Nel richiamo alla faziosità di molti media sul Testamento biologico avevo presente anche il loro silenzio, per esempio, sull’opera della fondazione laica, senza scopo di lucro, Maddalena Grassi, che nel 2016, in Lombardia, ha assistito a domicilio oltre 1800 malati (tra i quali Fabo) di cui 120 bambini, colpiti da gravi o gravissime malformazioni; con l’impegno giornaliero di 250 specialisti e assistenti. In una intervista al settimanale Tempi il direttore sanitario Angelo Maini ha detto tra l’altro: “Quanti ne abbiamo visto immobilizzati a letto e scoprire che valeva ancora la pena di vivere”. La strumentalizzazione di casi come quello di Fabiano Antoniani l’ha definita “Una violenza nei confronti di tanti disabili gravi che lottano per vivere. (…) Si discute tanto di testamento biologico, ma noi stiamo ancora aspettando leggi specifiche per l’assistenza e le cure palliative pediatriche”. A Fabo la Grassi aveva messo a punto il piano di riabilitazione. Perché – dice Maini – ci sono patologie come quella provocata a Fabiano Antonioni dal gravissimo incidente “per cui non c’è soluzione in termini di guarigione”. In questi casi “il nostro compito è far sì che la qualità della vita sia più alta possibile, eliminare il dolore fisico, togliere le complicazioni perché la quotidianità sia migliore”.

Per queste e altre considerazioni di ragione, dunque non solo di fede, meritano  sostegno i parlamentari che si battono per sostanziali modifiche al Ddl sul testamento biologico. Anche per non trovarci a breve nelle condizioni del Belgio e dell’Olanda, dove è legale l’eutanasia per bimbi di qualsiasi età con gravi handicap. Mentre in Francia è in atto un drammatico dibattito se la legge in vigore consenta o meno la soppressione – anche contro la volontà dei genitori – di due gemelle di 16 mesi colpite da un male al momento incurabile. Sul Ddl la posizione ufficiale dei gruppi parlamentari è: a favore Pd, 5 Stelle (a condizione che non venga modificato il testo) le nuove sinistre; Contro: FI, Lega, Fd’I, Ncd, Idea, Conservatori, Udc.

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