PROBLEMI VERI E FASULLI

By Nicola Guiso
Pubblicato il 2 Giugno 2017

Le previsioni della Commissione Europea registrano che anche nel 2017 l’Italia sarà l’ultimo dei 27 paesi dell’Unione per valore della creazione in un anno di beni e servizi (il Pil), e con disoccupazione all’11,4% contro il 9,6 di media nei 27 paesi. Tra i quali inoltre l’Italia ha, precedendo la Romania, il più basso numero di laureati tra i 30 e i 34 anni.

Sono dati (e ve ne sono altrettanto negativi, a cominciare da quello dei migranti, in mare e in terra) che rendono chiaro quali dovrebbero essere i problemi al centro di un serio dibattito tra le forze politiche, dentro e fuori il Parlamento. Perché massimo tra un anno, e forse prima, si terranno le elezioni per il suo rinnovo, che è uno dei momenti alti della democrazia rappresentativa. Le elezioni concludono infatti il confronto tra le forze politiche per la scelta dei programmi sui quali il Parlamento e il governo devono impegnarsi a dare risposte adeguate ai problemi vitali della società, e in particolare a quelli delle sue parti più deboli. Ma di fronte ai dati prima ricordati l’atteggiamento delle forze politiche è allarmante. Basti dire che non sono ancora riuscite ad approvare una legge elettorale che renda possibile il funzionamento, rappresentativo e creativo, di Camera e Senato. Come chiesto dalla Corte Costituzionale, e come chiede con insistenza, il capo dello stato. In una sana democrazia rappresentativa, dunque, i programmi delle forze politiche non possono limitarsi a denunziare con veemenza i problemi e a proporre misure demagogiche per risolverli. Dovrebbero infatti indicare con realismo, chiarezza e coraggio le loro cause, e i modi, i tempi e le risorse necessarie per avviarli e portarli a soluzione. Solo con tali comportamenti  infatti le forze politiche consentirebbero ai cittadini elettori di partecipare, in modo informato e attivo, al confronto elettorale sui problemi essenziali della società. Confronto che in un paese come l’Italia gravato da un enorme debito pubblico, deve avere al primo posto la questione del reperimento delle risorse necessarie a dare soluzione ai problemi. Le forze politiche sono inoltre moralmente obbligate a indicare nei programmi non solo la quantità di risorse necessarie, ma anche da chi e come reperirle con equa ripartizione degli oneri, al fine di favorire nell’impegno il massimo sforzo di tutte le componenti della società.

Quali sono invece oggi le “grandi” questioni al centro del confronto (urlato) tra le forze politiche? Bastano pochi esempi per giudicarne la qualità. Si dibatte infatti: Se la Costituzione (usata in politica su tutto come il prezzemolo in cucina) sia violata da chi vuole rendere obbligatori certi vaccini. Sui tormenti di Renzi, Berlusconi e Grillo alla ricerca di alleati per approvare una legge elettorale a misura dei propri interessi. Se Renzi voglia tornare al governo prima o dopo le elezioni. Si dibatte di Grillo che cerca il voto dei cattolici dopo aver sempre irriso valori per essi essenziali. Degli affari Banca Etruria e Consip-Romeo, connessi con i “babbi” di Elena Boschi e di Renzi (con relativi conflitti di interessi) e le memorie dell’ex direttore del Corriere della Sera De Bortoli. A chi dare colpa dello spettacolo di mondezza diffusa, con topi annessi e attori spazzini Pd, nella Roma governata dai 5 Stelle. Dei tentativi di Berlusconi e di Renzi di replicare – in modi altrettanto demagogici – all’altrettanta demagogica proposta di Grillo (tale per le fantasiose fonti di finanziamento previste) di un “reddito di cittadinanza” per tutti a partire da 18 anni, senza reali controlli sull’impegno dei beneficiari per trovare un lavoro. In replica Berlusconi promette di portare le pensioni minime a 1000 euro per 13 mensilità. Renzi annuncia che il Pd sta studiando nuovi eccezionali strumenti di tutela dei disoccupati. Ma nessuno dei due chiarisce dove e come trovare le risorse.

Ecco perché è allarmante il modo di essere e di comportarsi delle maggiori forze politiche (oltretutto divise al proprio interno da litigiose correnti e da feroci personalismi) di fronte alle condizioni d grave crisi economica e sociale in cui si trova oggi l’Italia.

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