MADONNA dei SETTE DOLORI

UN MONDO DI SANTUARI
By Domenico Lanci
Pubblicato il 3 Ottobre 2014

UN GIORNO, ALCUNI PASTORI NOTARONO ATTRAVERSO I RAMI DI UN CESPUGLIO UNA PIETRA DIPINTA. INCURIOSITI, OSSERVARONO ATTENTAMENTE.  VI ERA IMPRESSA UNA STUPENDA PIETÀ: LA MADONNA CON SETTE SPADE NEL PETTO E SULLE GINOCCHIA IL CORPO MORTO DI GESÙ

Non tutti i santuari sparsi per il mondo hanno avuto un’origine straordinaria co-me a Guadalupe, a Lourdes, a Fatima o, per venire più vicini a noi, a Medjugorje (della cui autenticità la chiesa deve ancora pronunciarsi a motivo delle apparizioni in corso). Il soprannaturale si manifesta dove vuole, come vuole e quando vuole. Ma sempre in maniera sorprendente, suscitando stupore.

Questi elementi li ritroviamo anche all’origine del santuario che vogliamo visitare, quello cioè della Madonna dei Sette Dolori di Pescara. Un luogo che i pescaresi considerano, a ragion veduta, un punto di riferimento e un faro spirituale che illumina e attira a sé tutti gli abitanti della città abruzzese e non solo.

L’evento che sta all’origine si presenta come un misto di elementi soprannaturali, leggendari e storici. Poco importa. Perfino l’angelo che parlò in sogno a Giuseppe potrebbe sembrare una leggenda. Ma non fu così. Chi ha seguito la presente rubrica ha potuto notare come numerosi santuari siano sorti a seguito di rinvenimenti di statue. Sappiamo bene come quelle statue fossero le stesse nascoste durante la lotta della iconoclastia (movimento del secolo VIII sorto per distruggere immagini sacre, ndr). Dio può servirsi di tutto. Un giorno Gesù disse ai farisei: “Io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo” (Mt 3,9). Mi sono permesso di fare questa premessa per fugare giudizi approssimativi e svalutativi dei fatti che stanno all’origine del santuario di Pescara.

Da cronache avvalorate da una tradizione ininterrotta si apprende che negli anni a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, in località oggi denominata Largo Madonna vi fosse un fitto bosco di querce con larghe radure di erba. I contadini ne approfittavano per condurvi al pascolo i loro greggi. Un giorno, alcuni pastori notarono attraverso i rami di un cespuglio una pietra dipinta. Incuriositi, osservarono attentamente. Vi era impressa una stupenda Pietà: La Madonna con sette spade nel petto e sulle ginocchia il corpo morto di Gesù. In un primo momento rimasero sconcertati. Poi, guardando bene, si accorsero di trovarsi di fronte a un fatto straordinario. Il misterioso rinvenimento, in un baleno, fece il giro dei dintorni. Fu presa la decisione di trasferire l’immagine in una chiesetta presso Colle Ruscitelli, oggi contrada De Jacobis. A seguito di questo trasloco, però, si verificarono fenomeni inspiegabili. Il mattino seguente alcuni devoti e curiosi, pur sapendo del trasferimento, vollero recarsi ugualmente presso il fatidico cespuglio. Fu grande la loro meraviglia nel constatare che il dipinto era al suo posto originario. Si credette a uno scherzo. La sera, l’immagine fu ricondotta in cappella. Ma i fatti si ripeterono allo stesso modo. Si decise allora di provare un altro tentativo. Sistemarono con cura l’immagine al posto assegnatole, e controllarono scrupolosamente ogni angolo della cappella. Quindi vennero incaricati alcuni uomini di fiducia di fare la guardia. Fu tutto inutile. Al mattino seguente tutti dovettero constatare il ritorno dell’immagine al suo posto originario. Era segno della predilezione della Madonna verso quel luogo. In breve tempo, in quell’area fu edificata una piccola chiesa con un altare su cui posero l’immagine. Questo primitivo edificio era sormontato da una cupola con una campana alla sommità, la stessa che nel 1888 trovò definitiva collocazione sull’attuale torre campanaria dal versante del mare.

Il 26 novembre 1665, il vescovo Raffaele Esuberanzio decretò che la chiesa con il titolo di Santa Maria dei Sette Dolori divenisse parrocchia. In seguito fu progettato e realizzato un nuovo e più grande santuario che venne consacrato ufficialmente il 30 maggio 1757 dal vescovo di Penne-Atri, Gennaro Fezzelli.

In quel periodo si verificò uno strepitoso miracolo che contribuì enormemente a incrementare la devozione verso la Madonna dei Sette Dolori. Le campagne da mesi erano oppresse da una grande siccità. I contadini allora si rivolsero alla Madonna e portarono l’immagine in processione per alcuni giorni. Il 12 maggio mentre il corteo si dirigeva verso il mare piovve abbondantemente e i raccolti furono salvi. Da allora il 12 maggio è diventato Giornata del ringraziamento.

Trascriviamo alcune date storiche. La prima domenica di giugno 1907 avviene l’incoronazione della Madonna dei Sette Dolori a opera del cardinale Mariano Rampolla, inviato dal papa san Pio X. L’8 dicembre 1948 il santuario viene affidato dalla santa sede all’ordine dei frati cappuccini. Il 6 marzo 1949 monsignor Benedetto Falcucci vescovo della nuova diocesi di Pescara-Penne nomina primo parroco del santuario, padre Alberto da Vasto. Il 3 dicembre 1952 Pio XII proclama in perpetuo la Madonna dei Sette Dolori celeste patrona della diocesi di Pescara-Penne. Il 16 gennaio 1959 Giovanni XXIII eleva la chiesa alla dignità di basilica minore.

Voglio chiudere il servizio con un quesito. Come mai il bel santuario di Pescara che per secoli è stato chiamato col titolo di Madonna dei Sette Dolori, al punto che anche i papi Pio X, Pio XII e Giovanni XXIII nel conferire privilegi speciali al santuario hanno usato quel titolo, oggi è stato cambiato in Santuario di Maria addolorata? Per quali strani motivi teologici? Al popolo di Pescara nessuno toglie dalla mente che ai Colli c’è il caro santuario della Madonna dei Sette Dolori. Ma ora, uno scoop: ho appreso telefonicamente che l’attuale rettore, padre Vincenzo Di Marcoberardino, ha ottenuto dal vescovo Tommaso Valentinetti, la facoltà di ripristinare lo storico titolo di Madonna dei Sette Dolori. Le storture prima o poi si raddrizzano.

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