LA LIRICA VA IN RETE ASPETTANDO L’UNESCO

passione per il melodramma
By Piergiorgio Severini
Pubblicato il 12 Maggio 2016

La presenza di due eventi lirici di respiro internazionale quali il Macerata Opera Festival e il Rossini Opera Festival hanno contribuito in regione a riaccendere la passione per il melodramma tanto che, alle due manifestazioni estive accennate, si sono affiancate, nel periodo autunno-inverno, le cartellonizzazioni di opere anche in altri teatri come Ascoli Piceno, Fermo, Ancona, Jesi e Fano, rinverdendo una passione che per tutto l’ottocento si diffuse tra le classi sociali urbane. Se alla lirica si affiancano poi gli spettacoli di prosa ecco allora rispolverata a lucido la fama che le Marche si erano acquisita fin dal settecento come “terra di teatri”. Un’espressione che riflette ancora oggi una ricchezza di edifici e tradizioni teatrali che, l’ascesa sociale della borghesia, ha fatto sì che gli spettacoli uscissero dai ristretti ambiti della rappresentazione privata a corte per diventare eventi cittadini. Fin dall’età dei lumi si registrò una sorta di furore edificativo con palcoscenici dotati di attrezzatura a graticcia per scenografie mobili, platee semicircolari o a ferro di cavallo e palchi in più ordini, quasi a creare un unico grande teatro diffuso. Questa “febbre” non ha riguardato solo il XVIII e il XIX secolo perché ancora negli anni venti del novecento si sono aperti nuovi ritrovi e ogni volta è stata una festa, intorno alla quale l’intera città si ritrovava.

Di queste strutture ne sono state realizzate 113 e 70 di esse sono tuttora operanti dopo restauro da presentarsi come gioielli di architettura e di decorazione. Una densità tale di teatri che non ha eguali in Europa essendocene uno ogni 15mila abitanti al punto che in regione si pensa di ottenere dall’Unesco lo status di patrimonio dell’umanità per l’insieme dei teatri storici marchigiani e le credenziali ci sono tutte. Una consacrazione che non avrebbe esempi nel mondo. Anziché rovine o vestigia del passato, testimonianza attuale di centri di creatività vivi e di singolare passione. Centri di aggregazione sociale e di vita culturale da un lato e motivo di orgoglio e di prestigio per le “piccole patrie” gelose della propria autonomia politica e culturale dall’altro.

Nel frattempo, per favorire la produzione di opere tesa a valorizzare sia il bel canto sia le masse artistiche e le maestranze tecniche regionali ridistribuendo reddito sul territorio e dando ulteriore significato agli importanti investimenti che gli enti dedicano al settore, si è dato vita a una rete lirica attiva dal 2015 per volere dell’assessorato alla Cultura della regione con l’obiettivo di ridurre i costi garantendo la qualità. Sotto il coordinamento del Consorzio Marche Spettacolo, i soggetti aderenti sono, inizialmente, i teatri di Fano, Ascoli Piceno e Fermo, lo Sferisterio di Macerata e il Rof di Pesaro oltre l’orchestra filarmonica marchigiana. Si sono poi aggregati l’Accademia lirica di Osimo, soggetto che gode del riconoscimento ministeriale nel campo della formazione dei giovani cantanti d’opera, e i comuni delle città interessate, mentre si punta a inserire nella rete pure i conservatori di Pesaro e Fermo. Restano alla finestra i teatri di Ancona e Jesi alleatisi fra di loro ma con la prospettiva di iscriverli tra i soci. La rete si avvale della direzione artistica di Alessio Vlad. Il 2016 sarà particolarmente dedicato alla formazione del pubblico più giovane attraverso l’adozione di un progetto regionale in cui si intende coinvolgere i conservatori e le accademie delle Marche. Per la stagione 2016-17 è stato altresì deciso di programmare il Nabucco di Verdi e Il flauto magico di Mozart. Visto poi il successo ottenuto lo scorso anno non è da escludere una ulteriore ripresa de L’elisir d’amore anche al di fuori della regione.

Tornando alla nutrita presenza di teatri Vlad ha ricordato che “non esiste in Italia una così alta concentrazione di strutture come nelle Marche dove operano alcuni dei più importanti festival del mondo” e per farli vivere il ricorso ai circuiti di rete “è stato indispensabile per condividere gli sforzi economici della produzione lirica”. “In fondo – gli ha fatto eco il sovrintendente del Rof, Gianfranco Mariotti – la rete per unire le forze è come l’uovo di Colombo purché ogni soggetto conservi la sua identità, i suoi obiettivi e il suo target”. Nel frattempo si sta lavorando alla stagione estiva allorché all’arena Sferisterio di Macerata andranno in scena L’Otello di Verdi (22 e 30 luglio, 5 e 13 agosto), Norma di Bellini (23 e 29 luglio, 7 agosto) e Il Trovatore di Verdi (31 luglio, 6 e 12 agosto), mentre a Pesaro il Rossini Opera Festival si presenterà con due nuove produzioni. Si tratta de La donna del lago (8-11-14-17 agosto) e de Il turco in Italia (9-12-15-18 agosto), cui si affiancherà la ripresa della produzione del 2012 del Ciro in Babilonia (10-13-16-20 agosto).

 

 

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