LA FABBRICA DEI GRILLI

By Catia Di Luigi
Pubblicato il 4 Aprile 2016

Un’improvvisa macchia di colore azzurro che incornicia una vetrina fuori. Dentro duemila volumi, oggetti vintage, vecchi cappelli, statue in legno, un organo in disuso e sedie, tante. Questa è la Fabbrica dei Grilli (per chi ha grilli per la testa), un rifugio tranquillo portato in strada per offrire ai suoi visitatori piccoli oggetti inutili, poesie, lettere d’amore, ma anche compagnia e tempo per parlare di sé. Non si vende e non si acquista nulla: ci si conosce. Parola di Bernardo Carli, senese, con un passato da restauratore di opere d’arte prima e preside di liceo artistico poi, che ha voluto così realizzare un sogno.

“Già prima di andare in pensione – racconta – sentivo la necessità di aprire un luogo dove la fantasia e i sogni venissero creati, plasmati e alimentati. Dopo la pensione mi sentivo perso. Dovevo reagire. Decisi di portare in strada quel che facevo in casa: dipingere, disegnare, ascoltare musica, leggere. Pensai così di aprire le porte del mio piccolo magazzino a giovani, anziani, docenti universitari, immigrati, musicisti, artisti. Il mio nuovo compito ora era quello di far incontrare le persone. Cominciai con lo scambiare libri. I piacentini, generosissimi, me ne hanno dati a centinaia da regalare a chi ne ha bisogno”.

Oggi la fabbrica dei grilli è un luogo di incontro per tutti coloro che hanno grilli per la testa, la possibilità di un viaggio irreale trascinato da musiche leggere e dagli oggetti che pendono dal soffitto della bottega o che animano la vetrina, attirando dentro passanti distratti di ogni età e di ogni estrazione sociale. “All’interno non si trova niente di ciò che viene generalmente considerato utile, qui ci sono solo le cose necessarie. Essenziali. Senza sogni siamo vuoti. Senza la poesia, la letteratura, senza l’arte, senza il contatto con le persone non si può vivere. E ho notato che molti visitatori della fabbrica dei grilli vengono qui per parlare, si regalano del tempo estorcendolo con la forza al mondo che sta fuori”.

Non molto lontano c’è anche il bookcrossing della fabbrica dei grilli, dove campeggia un invito: “Puoi portare libri che non leggi, venire a prenderli o scambiarli, riportarli o tenerli, costano meno delle bombe. Così vengono in tanti e tantissimi bambini, che altrimenti resterebbero in strada tutto il giorno. Dobbiamo farli parlare, sono portatori di cultura, nel dialogo potremo dare vita ad un meticciato di cittadini nuovi”.

Di qui l’idea di stampare anche un giornale, e con l’associazione Fabbrica dei grilli parole di aprire una sala dei suoni e delle parole dette, scritte, cantate, laboratori teatrali, corsi per realizzare maschere e burattini. E, a breve, anche un coro con i bambini. Sono solo alcune delle tante magie che accadono in un luogo dove i sogni prendono vita, punto d’incontro fra le provenienze più disparate, nato nel cuore del quartiere Roma, a ridosso del centro di Piacenza. Uno di quei luoghi che sicuramente il giovane Gabriele avrebbe suggerito al fratello Enrico per “far meglio il bene al prossimo”.

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