La Chiesa giunta fino a noi

By Lorenzo Mazzoccante
Pubblicato il 11 Gennaio 2018

È il 7 novembre 1914 quando S. E. Mons. Carlo Pensa, vescovo di Penne benedice la prima pietra di una nuova e più grande cappella destinata ad accogliere il numero crescente di pellegrini.

Il 6 gennaio 1915 arriva l’annuncio che si va costituendo una commissione preparatoria per la canonizzazione del religioso: Gabriele dell’Addolorata sarà Santo.

Il lavoro per la realizzazione della cappella è affidata all’ing. Egisto Belletti di Cesena, noto ai religiosi per aver eseguito apprezzabili lavori anche nel ritiro di Madonna della Stella. La cappella avrebbe anche ospitato un nuovo altare, dono della Curia Generalizia dei passionisti, e una preziosa urna dorata e finemente cesellata in cui sarebbe stato adagiato il corpo del beato.

I materiali necessari alla costruzione della cappella sarebbero arrivati in stato prelavorato direttamente da Cesena per essere montati sotto la sapiente guida dell’Ing. Belletti, mentre il disegno dell’altare è affidato ad un ingegnere romano. Il primo disegno dell’altare è bocciato dal Belletti perché non armonico con il resto della cappella. Venuto al Santuario per vedere la cappella in corso di realizzazione, l’ingegnere incaricato dalla Curia Generale dei Passionisti realizzò un nuovo disegno dell’altare, ma questa volta il nuovo altare risultava incapace di accogliere la bella urna di materiale dorato e finemente cesellata che il padre Luigi di san Francesco Savero (Luigi Besi), postulatore della causa di san Gabriele, aveva donato al prossimo santo.

Intanto nel mondo infuriava la prima guerra mondiale. I lavori iniziano a procedere a rilento perché c’è difficoltà tanto a produrre quanto a trasportare le parti necessarie alla nascente cappella. Quello che non si ferma è la generosità dei devoti che si fa carico di tutte le spese necessarie all’opera.

Padre Teotimo Di Nicola racconta: “ogni colonna, ogni lampada, ogni oggetto qui, ha un nome, anche se talora questo nome ha preferito rimanere sconosciuto agli uomini”. Finita la costruzione, la decorazione della cappella è affidata al pittore Diotallevi di Isola.

Il 30 agosto del 1918 la cappella ha ormai preso forma. Il risultato è meraviglioso e papa Benedetto XV insignisce l’ingegnere Belletti del titolo di Cavaliere di San Silvestro. Manca però la rifinitura della Cupola, per la quale bisognerà attendere il giugno del 1919. Intanto nella Platea della comunità, il cronista non manca di annotare: “ad Isola si sta trasformando tutto: Chiesa, ritiro e qualche altra cosa”. E infatti non poteva essere diversamente, perché la chiesa si va arricchendo di un nuovo armonium, donato dall’allora Direttore de L’ECO, e si va costruendo anche un nuovo campanile in cui alle due campane preesistenti se ne sarebbe aggiunta una terza.

È il 21 febbraio 1920 quando S. E. Mons. Pensa, presiede una funzione che il cronista del ritiro definisce “commoventissima” in cui prima si benedice l’altare e l’urna del beato, poi il corpo del beato è portato in processione per la chiesa fino ad essere collocato nell’urna e con questa sotto l’altare.

Il 13 maggio, festa dell’Ascensione, papa Benedetto XV proclama Gabriele dell’Addolorata Santo. Nella platea leggiamo: “Il giorno in cui l’autorità infallibile del Sommo Pontefice Benedetto XV decretava i supremi onori di santo al nostro B. Gabriele, insieme alla B. Margherita M° Alacoque. Di questa comunità d’Isola il padre Rettore Stanislao si portò a Roma per assistere alla solenne Canonizzazione”. E nel santuario? Proprio mentre a Roma il papa celebrava la canonizzazione di Gabriele dell’Addolorata, dalle parrocchie vicine accorrono numerosi fedeli per prendere parte alla solenne concelebrazione.

Alla fine dell’anno, nel novembre del 1920, il superiore provinciale e il superiore locale daranno mandato al Cav. Belletti di provvedere ad una definitiva sistemazione della Chiesa. La chiesa sarà ampliata e portata alla forma attuale. La decorazione della Chiesa è affidata a Ugo Scaramucci di Foligno.

Altri lavori sarebbero intervenuti in seguito: nel 1962 p. Agostino Biagiola fa realizzare una lampada votiva raffigurante gli stemmi delle quattro province abruzzesi (di cui Gabriele è patrono dal 1959); nel 1964 si deve intervenire a ripristinare le decorazioni della cappella del Santo, danneggiate da copiose infiltrazioni d’acqua a cui pure si pose rimedio.

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