HO PAURA DI FARE LA SCELTA SBAGLIATA

ecogiovani
By Luciano Temperilli
Pubblicato il 1 Maggio 2014

Salve padre, le scrivo perché sto vivendo veramente un brutto periodo. Ho quasi 21 anni e non passa giorno senza che mi chieda cosa fare della mia vita. Come darle un senso. Dopo il liceo mi sono iscritto all’università ma ho superato solo alcuni esami e mi trascino a fatica nello studio. I miei genitori hanno fatto e fanno tanti sacrifici per consentirmi di studiare ma io vedo che non riesco a contraccambiarli. Ecco, allora, che non so che fare: lascio l’università? E poi cosa faccio? A livello manuale sono uno zero e non riesco immaginarmi un domani. Ho paura di fare la scelta sbagliata, o peggio ancora di non fare nessuna scelta e di condannarmi così a un’esistenza senza significato. Oltre a procurare un grande dolore alla mia famiglia. Ho cercato consiglio a qualche “amico” ma oltre alle classiche rassicurazioni del tipo “vedrai che fai la scelta giusta” non ho trovato nessun aiuto. Vorrei tanto che il Signore mi indicasse la strada e soprattutto mi rendesse meno insicuro. Mi trovo veramente in un tunnel dove non si scorge neanche un bagliore. Grazie.  Angelo

Credo che la tua lettera, a qualche mio giovane amico, potrebbe procurare parecchia irritazione. Perché, pur avendo genitori che hanno fatto e fanno sacrifici, non si può permettere l’università. È, infatti, una grande fortuna poter studiare perché nel mondo, oggi e domani, la cultura è e rimane  una grande risorsa. Ti dico questo perché tu sembri non apprezzare quanto la vita ti sta dando. E per vivere bisogna saper apprezzare il positivo della vita. Lo studio fa fatica: è il tuo lavoro, fallo sul serio, con impegno e questo, al di là di scienza e conoscenza, è la lezione dell’oggi: la fatica per raggiungere degli obiettivi. Mi dirai che, coi tempi che corrono, lo studio apre solo illusioni. Non ne sono così sicuro perché se impari “la fatica” del vivere il domani potrebbe aprirti strade più numerose della laurea. E sarebbe interessante scoprire quanti laureati in qualche cosa si sono realizzati in tutt’altro perché lo studio ha aperto curiosità, interesse, relazioni  e capacità di impegno. Quindi partirei da questo dato di fatto che è il tuo dato esistenziale. Per ciò che riguarda il futuro quello che posso dirti è che gli incroci si incontrano strada facendo. E camminando potrai trovare l’indicazione più adatta per il tuo sentiero. Questo per cosa fare: nella vita si impara facendo. Diverso, invece, è trovare il senso. Il senso, lo definirei, come il gusto nel fare le cose. Ma non un gusto individualistico, quasi un hobby solitario, ma il sentirsi coinvolto, compartecipe in un progetto esistenziale perché si è toccati da un sentimento importante: l’amore, la compassione, l’aiuto agli altri. In altre parole scopriamo, come ci dice papa Francesco, che la realizzazione personale avviene nella misura in cui facciamo qualcosa per gli altri. È una legge profonda della realtà: la vita cresce e matura in cui doniamo la vita per gli altri. È questa la famiglia, la vita religiosa, la vita sociale! Certo che se rimaniamo chiusi in noi stessi saremo parte di quella tristezza individualista, come direbbe ancora il nostro papa, del mondo attuale dal cuore comodo e avaro. Ma chi ci può dare questo gusto? Tu dice che vorresti che il Signore ti indicasse la strada. La vita cristiana è un camminare insieme, con gli altri e con Cristo. Non un andar da soli: in questo caso, saremmo trascinati dalla tristezza di quello che abbiamo lasciato o dalla delusione di quello che non abbiamo raggiunto. Immagine di quanto sto dicendo sono i discepoli di Emmaus, che camminando da soli, avevano solo rimpianti. Quando si sono accorti che Gesù camminava con loro hanno vinto le loro paure e hanno riscoperto la gioia di una vita riscoperta. Dice, sempre papa Francesco: “Solo grazie a quest’incontro – o reincontro – con l’amore di Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo riscattati dalla nostra coscienza isolata e dall’autoreferenzialità. Giungiamo ad essere pienamente umani quando siamo più che umani, quando permettiamo a Dio di condurci al di là di noi stessi perché raggiungiamo il nostro essere più vero”. Al di là del tunnel. Ciao.

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