GESù CRISTO PARLA LE PAROLE DI DIO

CINQUANT’ANNI DI CONCILIO
By Carlo Ghidelli
Pubblicato il 28 Febbraio 2015

Questa espressione “Gesù Cristo parla (o dice o proferisce) le parole di Dio” è presa dal vangelo secondo Giovanni: “Colui che Dio ha mandato dice le parole di Dio; senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna” (3,34-35). La testimonianza di quello che Gesù ha detto l’abbiamo nei quattro vangeli: è soprattutto da essi che noi riceviamo la parola di Dio e la accogliamo come luce per il nostro cammino e come regola di vita.

1. Il riferimento alla lettera agli Ebrei Il n.4 della Dei verbum inizia con un esplicito riferimento alla lettera agli Ebrei: “Dio, dopo avere a più riprese e in più modi parlato per mezzo dei profeti, alla fine, nei giorni nostri ha parlato a noi per mezzo del Figlio”. È chiaro che i padri conciliari volevano offrirci quasi una sintesi della storia della salvezza (antico e nuovo testamento), la quale non si esaurisce certamente nelle parole dette o riferite, ma con esse Dio illumina gli eventi e i gesti che l’hanno accompagnata. Del resto, tutta la vita di Gesù, secondo l’evangelista Luca, è riassumibile in “parole e opere” (vedi Atti degli apostoli 1,1).

Se è vero che tutto è stato creato in vista di Gesù (vedi Colossesi 1,16) è ancor più vero che ogni parola detta prima di Gesù è stata detta per preparare la sua venuta nella storia; e ogni parola detta dopo Gesù non fa altro che preparare la sua venuta nella nostra vita.

2. Il riferimento a Gesù, Verbo fatto carne “Gesù Cristo dunque, Verbo fatto carne, mandato come uomo agli uomini, parla le parole di Dio”. Qui, oltre a quanto già detto, dobbiamo rilevare il riferimento alla famosa lettera a Diogneto. Infatti l’espressione “uomo agli uomini” viene da questo scritto antichissimo, nel quale viene chiaramente descritta la condizione del cristiano nel mondo.

Tutta la spiritualità del cristiano laico, che vuole onorare la sua fede dinanzi al mondo, sta fondata sul mistero dell’incarnazione del Verbo. Se non avesse assunto la natura umana, se non si fosse abbassato per assomigliare in tutto a noi, eccetto che nel peccato, Gesù non avrebbe potuto adempiere la sua missione di salvatore e redentore. Ebbene, anche la parola di Dio scritta diventa carne per noi, quando la prendiamo nelle nostre mani e le diamo il calore del nostro cuore. Disse sant’Ignazio di Antiochia: “Aderisco al vangelo come alla carne di  Cristo”.

3. Lo Spirito compie e completa la rivelazione “Infine, con l’invio dello Spirito Santo egli (il Verbo) compie e completa la rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioè Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e risuscitarci per la vita eterna”. Qui si delinea chiaramente la missione dello Spirito Santo che viene a perfezionare la missione di Gesù.

È stato scritto che perché Gesù potesse salvare il mondo non bastava la sua morte e risurrezione, ma era necessario che egli avesse dei testimoni. C’è molto di vero in queste parole. Ora i suoi testimoni Gesù li ha preparati e abilitati al compito della predicazione mediante il dono dello Spirito Santo.

Sarei tentato di dire che se Gesù, salito al cielo, non avesse inviato lo Spirito Santo la storia della salvezza sarebbe rimasta come una incompiuta. È stato Gesù a dirci che lo Spirito Santo è un altro consolatore (vedi Giovanni 14,16). Un altro perché ci è stato donato dopo Gesù: noi viviamo nell’era dello Spirito.

 

 

 

 

 

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