CREDO la remissione dei peccati

By Michele Seccia
Pubblicato il 3 Luglio 2015

Per introdurre questa verità di fede dobbiamo anzitutto ricordare che con il battesimo ha inizio la nuova vita dei figli di Dio. E sia che avvenga nelle prime settimane successive alla nascita, sia quando la persona è già avanti negli anni, non c’è alcuna differenza! La vita nuova della grazia è una verità intimamente legata, quindi inseparabile dal battesimo, e ci permette di partecipare alla passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Infatti, lo stesso Gesù aveva inviato i suoi apostoli nel mondo ad annunciare il vangelo e a battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Così come leggiamo nel vangelo di Matteo, 28.

Durante i tre anni della sua predicazione, Gesù è andato alla ricerca di chi era perduto, ha accostato gli ammalati, per guarire e per sanare. Ha rivelato la misericordia del Padre attraverso molte parabole, come quella del padre e dei due figli (Lc 15). Per questo non deve destare meraviglia l’aver affidato alla chiesa i sacramenti di guarigione, proprio per sostenere e fortificare i battezzati nella debolezza fisica e spirituale (YC 224).

Il sacramento del battesimo, pur strappandoci dal potere del peccato e della morte, ci introduce alla vita nuova dei figli di Dio ma non ci libera dalla debolezza umana e dalla inclinazione al male. Come avveniva anche per coloro che, guariti/perdonati da Gesù, si sentivano dire: va’ e non peccare più (Gv 8,11). Per questo anche noi abbiamo bisogno di un luogo e di un incontro, che ci aiuti a fare esperienza del perdono di Dio, con la remissione dei peccati che avviene fondamentalmente in occasione della confessione di quelli più gravi accostandoci al sacramento della riconciliazione (confessione o penitenza).

Da questa premessa dipende anche la risposta alla domanda che, ancora oggi, molti fedeli si pongono: si può capire che Gesù, Figlio di Dio, abbia rimesso i peccati, ma perché anche la chiesa? Mi è capitato spesso di sentire alcuni giovani chiedersi: perché devo dire i miei peccati a un prete che è un uomo come me? Io chiedo perdono direttamente a Gesù quando prego, quando mi rendo conto di aver commesso qualche peccato. Un modo di pensare che si diffonde con una religiosità superficiale e intimistica e che si riduce ad una posizione che andava di moda tanti anni fa: Cristo sì, la chiesa no! E così questo sacramento è poco frequentato… mentre la vita spirituale del battezzato si atrofizza!

Caro lettore, mi permetto di ricordare che in questo modo viene meno non solo la fede nella chiesa, ma anche la fede in Gesù Cristo. Perché non si riconosce che è stato Gesù ad istituire il sacramento della penitenza, quando la sera del giorno di Pasqua si mostrò ai suoi apostoli e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo, a coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”, secondo il racconto evangelico di Giovanni (20,22-23). E ancora, prima dell’ascensione, nella consegna fatta da Gesù alla chiesa, dopo la sua risurrezione, attraverso gli apostoli sul monte da lui stesso indicato (Mt 28,19-20). Se solo Gesù poteva dire: “I tuoi peccati sono rimessi” (Mc 2,5), perché è il Figlio di Dio; la chiesa esercita questo compito di liberare gli uomini dai loro peccati per mezzo del ministero dei sacerdoti, in quanto Cristo li ha autorizzati!

La chiesa annuncia la misericordia di Dio, sempre pronto a perdonare – come ripete spesso papa Francesco – ed esorta a riscoprire la bellezza e il valore del sacramento della riconciliazione, esperienza di grazia e di santificazione. La confessione, come ogni sacramento, è parte della nostra professione di fede a condizione che sia ben compreso nel suo significato, ben preparato nella consapevolezza dei propri peccati, ben celebrato nell’esperienza dell’abbraccio con il Padre misericordioso!

Prima di terminare, caro/a amico/a, mentre mi auguro che tu faccia già una bella esperienza della riconciliazione, ti ricordo che la chiesa, raccomandando la confessione anche per i peccati più lievi, prevede alcune possibilità di remissione di altri peccati affinché la grazia del sacramento sostenga il cammino del battezzato nell’impegno di una condotta fedele all’insegnamento del Signore. Molto opportunamente il catechismo dei giovani precisa che anche la lettura della sacra scrittura, la preghiera, il digiuno e le buone azioni operano la remissione dei peccati (YC 151).

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