CREDO IN GESÙ CRISTO UNICO FIGLIO DI DIO

By Michele Seccia
Pubblicato il 31 Ottobre 2013

Caro/a amico/a, quale conoscenza hai di Gesù? Certamente ne hai sentito parlare tante volte e ti rivolgi a lui con un pensiero, una preghiera, una domanda. Eppure tutti abbiamo bi-sogno di conoscerlo meglio! YouCat ti prende per mano e, in modo semplice e chiaro, ti guida alla scoperta della “buona notizia” che è il vangelo! Senza i vangeli noi non sapremmo che Dio ha mandato a noi uomini per amore il suo unico Figlio per farci giungere alla comunione eterna con Dio nonostante i nostri peccati (YC 71). Inizia così la spiegazione del Credo che riguarda Gesù Cristo, seconda persona della Trinità! Ti invito a leggere i numeri 71-75 che rivelano l’identità di Gesù di Nazareth e spiegano il significato dei diversi appellativi e attributi legati alla professione di fede. Una lettura personale è necessaria1. Intanto ti suggerisco di immaginare un incontro con Cristo, nel quale egli ti rivolge la stessa domanda già posta ai suoi discepoli, dopo aver chiesto loro cosa la gente dicesse di lui. È una domanda diretta, personale e comunitaria, alla quale la chiesa risponde nel Credo. Mentre da me e da te attende oggi una risposta!

Gesù chiede: Ma voi chi dite che io sia? I vangeli sinottici riferiscono l’episodio con la risposta data da Pietro: Tu sei il Cristo! (Mc 8,29), Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente! (Mt 16,16), Il Cristo di Dio (Lc 9,20)!

Nel vangelo secondo Giovanni quando gli apostoli incontrano Gesù, sanno che viene da Nazareth (Gv 1,45-47) e che il suo nome in ebraico significa “Dio salva”! Accettano l’invito a seguirlo e scoprono che conosce le scritture e parla di Dio come del Padre suo. Essi sono testimoni di eventi particolari quali il battesimo nelle acque del fiume Giordano, la trasfigurazione sul monte Tabor, e di segni straordinari come le guarigioni, la conoscenza interiore delle persone, l’autorità sul male, eccetera. Eppure Gesù esige una risposta da loro. E anche da ciascuno di noi!

Pietro, che rappresenta il gruppo dei discepoli chiamati e scelti dallo stesso Gesù, nella forza della sua risposta compie un autentico atto di fede poiché, riferendoci al racconto dei sinottici, riconosce in Gesù il Cristo (in ebraico, Messia), cioè colui che è consacrato, unto, non con olio come i re o i sacerdoti e i profeti dell’antico testamento, ma di Spirito Santo. E la formula riferita da Luca (il Cristo di Dio) afferma la divinità di Gesù di Nazareth. Egli è il Figlio di Dio, come attesta la voce del Padre durante il battesimo nel Giordano, confermata, poi, sul Tabor durante la trasfigurazione. Questo Gesù di Nazareth è il Salvatore atteso. Ha parlato di sé come Figlio unico di Dio, nel dialogo notturno con Nicodemo, (Gv 3,16). Ed è Maestro e Signore (Gv 13,13), un titolo proprio di Dio. Gli apostoli hanno visto e creduto, come il Risorto dice a Tommaso (Gv 20,28), e hanno testimoniato in virtù del dono dello Spirito Santo e dell’esperienza personale!

Questi brevi cenni ti aiutano a comprendere quanto sia importante la conoscenza del vangelo per una risposta personale alla domanda che Gesù continua a rivolgere oggi a ciascuno di noi. Mentre ti impegni a stabilire una relazione salda con lui, coltivata nella preghiera, nell’eucaristia, nella testimonianza della carità, non dimenticare quanto, in merito, affermava san Girolamo: L’ignoranza della scrittura è ignoranza di Cristo.

Termino ricordandoti che nelle catacombe di Roma, ancora oggi, è visibile un simbolo della professione di fede in Gesù Cristo, molto significativo: un pesce, con la scritta in greco ICHTHYS (Iesoùs Christòs Theoù Yiòs Sotèr che significa: Gesù Cristo di Dio Figlio Salvatore). Questo per i primi cristiani! Per te, credere in Gesù vuol dire conoscere il vangelo e testimoniarlo con una coerenza di vita?

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