“ANNUNCIARE IL VANGELO AI PICCOLI E PROTEGGERLI DAI LUPI VORACI”

By Gianni Di Santo
Pubblicato il 1 Aprile 2019

Lo scorso febbraio la Chiesa tutta, sotto impulso di papa Francesco, ha riflettuto ad alta voce su La protezione dei minori nella Chiesa. È stato un evento-incontro molto seguito dall’opinione pubblica: i recenti casi venuti a conoscenza, infatti, di abusi a sfondo sessuale ai minori che hanno riguardato alcuni uomini di Chiesa, hanno fatto sì che il tema dal punto di vista comunicativo fosse di primaria importanza. E se per quattro giorni patriarchi, cardinali, arcivescovi, vescovi, superiori religiosi e responsabili provenienti da tutto il mondo si sono confrontati sulla piaga degli abusi anche ascoltando la voce di chi queste violenze le ha subite, c’è da sottolineare come papa Francesco abbia voluto togliere subito quel muro di omertà e omissioni che ruota intorno agli abusi sessuali, dando un segnale molto chiaro, non solo ai fedeli ma anche ai “suoi” pastori, che la Chiesa non potrà più tollerare violenze di ogni ordine e grado. E, soprattutto, non le nasconderà più.

Nel discorso conclusivo all’incontro, Francesco è stato fin troppo chiaro: “Ecco perché nella Chiesa attualmente è cresciuta la consapevolezza di dovere non solo cercare di arginare gli abusi gravissimi con misure disciplinari e processi civili e canonici, ma anche affrontare con decisione il fenomeno sia all’interno sia all’esterno della Chiesa. Essa si sente chiamata a combattere questo male che tocca il centro della sua missione: annunciare il Vangelo ai piccoli e proteggerli dai lupi voraci”.

Papa Bergoglio ricorda a tutti che l’unico modo per “vincere lo spirito del male” passa attraverso l’umiliazione, l’accusa di noi stessi, la preghiera, la penitenza, sull’esempio di Gesù. Così l’obiettivo della Chiesa sarà “quello di ascoltare, tutelare, proteggere e curare i minori abusati, sfruttati e dimenticati, ovunque essi siano”. “È giunta l’ora – prosegue Bergoglio – di trovare il giusto equilibrio di tutti i valori in gioco e dare direttive uniformi per la Chiesa, evitando i due estremi di un giustizialismo, provocato dal senso di colpa per gli errori passati e dalla pressione del mondo mediatico, e di una autodifesa che non affronta le cause e le conseguenze di questi gravi delitti”.

I dati forniti dalle organizzazioni internazionali sono impressionanti, anche se gli abusi del clero, per giunta gravissimi e scellerati, rappresentano una piccolissima parte del fenomeno. Per l’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2017, fino a 1 miliardo di minori di età compresa tra i 2 e i 17 anni ha subito violenze o negligenze fisiche, emotive o sessuali. Gli abusi sessuali, secondo alcune stime dell’Unicef del 2014, riguarderebbero oltre 120 milioni di bambine, tra le quali si registra il più alto numero di vittime. Poi c’è il turismo sessuale, una piaga che ogni anno vede tre milioni di persone in viaggio per avere rapporti sessuali con un minore; così come la pornografia, espressione di abuso sempre più orribile e violenta.

Dinanzi a tanta crudeltà, Francesco menziona le Best Practices. Si tratta di un pacchetto di sette strategie per porre fine alla violenza contro i bambini, che dovranno ispirare diverse dimensioni di attenzione nella Chiesa. Sempre Ber-goglio: “Vorrei qui ribadire che la Chiesa non si risparmierà nel compiere tutto il necessario per consegnare alla giustizia chiunque abbia commesso tali delitti. La Chiesa non cercherà mai di insabbiare o sottovalutare nessun caso. Per la sua convinzione i peccati e i crimini dei consacrati si colorano di tinte ancora più fosche di infedeltà, di vergogna e deformano il volto della Chiesa minando la sua credibilità. Infatti, la Chiesa, insieme ai suoi figli fedeli, è anche vittima di queste infedeltà e di questi veri e propri reati di peculato”.

Una presa di coscienza forte, da parte della Chiesa. Ma già in passato la congregazione per la dottrina della fede emanò linee guida e norme per la gestione degli abusi. Norme che in parte furono dimenticate. Ecco perché nell’incontro di febbraio sono stati invitati i presidenti delle conferenze episcopali del mondo, proprio a rimarcare una maggiore attenzione al fatto che il sistema di copertura dei preti pedofili, portato alla luce da indagini giudiziarie e giornalistiche, oggi sia stato riconosciuto come uno dei problemi maggiori ai quali la Chiesa, come istituzione, non può non porre rimedio.

E ora? Sono stati annunciati tre provvedimenti in tempi brevi. Un nuovo Motu Proprio del papa sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili, per rafforzare la prevenzione e il contrasto contro gli abusi nella curia romana e nello stato della Città del Vaticano, è in arrivo.

Inoltre, la congregazione per la Dot-trina della fede pubblicherà “un vademecum che aiuterà i vescovi del mondo a comprendere chiaramente i loro doveri e i loro compiti”, ha spiegato padre Federico Lombardi, moderatore dell’incontro. Inoltre, “nello spirito della comunione della Chiesa universale, il papa ha manifestato l’intenzione – ha detto sempre Lombardi – di favorire la creazione di task forces di persone competenti per aiutare le conferenze episcopali e le diocesi che si trovino in difficoltà per affrontare i problemi e realizzare le iniziative per la protezione dei minori”.

Insomma, più fatti e meno parole sull’argomento. Il giorno dopo la conclusione dell’evento, il 25 di febbraio, in una riunione tra la curia romana e il comitato organizzatore, si è messo l’accento su quanto fosse necessario tale incontro, e sono stati illustrati i principi fondamentali che ispirano i documenti e le task forces. Inoltre, si è ribadito la necessità dell’ascolto delle vittime come punto di partenza di questo impegno, e il maggior coinvolgimento dei laici investendo nella formazione e nella prevenzione avvalendosi di realtà con una consolidata esperienza in questo campo

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