Echi dal raduno dei bersaglieri

tra spirito di corpo e gratitudine al santo
By Lorenzo Mazzoccante
Pubblicato il 10 Settembre 2019

Alcune centinaia di bersaglieri dell’Abruzzo e del centro Italia, si sono date appuntamento domenica scorsa presso il santuario di san Gabriele. A rallegrare la giornata è intervenuta la  fanfara “La Dannunziana” di Pescara, protagonista alla vigilia, di un grande concerto di canti bersagliereschi e non solo. Tra i presenti un gruppo di figli di connazionali che, nati in Belgio, non avevano mai sentito dal vivo l’Inno d’Italia.

Istituito dal regio decreto del 18 giugno 1836 da Carlo Alberto di Savoia su proposta del capitano Alessandro La Marmora, il corpo dei Bersaglieri costituisce una specialità della fanteria destinata all’uso di armi di precisione col compito di esplorare e colpire il nemico con azioni all’insegna della velocità.

Velocità, precisione e onore, dunque. Sono queste le caratteristiche del bersagliere che hanno fatto affiorare in qualcuno il ricordo del bersagliere Felice Ciulli che, ormai ultranovantenne, “Per camminare si appoggiava sul bastone, ma quando suonava la fanfara alzava il bastone e correva”. L’uomo, scomparso nel 2018 all’età di 93 anni, spiegava: “Al suono della fanfara le mie gambe si muovono da sole”.

Nel 1910 ogni reggimento di bersaglieri formò un battaglione ciclisti che, mediante staffette, portava messaggi spesso nascosti proprio nel pesante telaio (23 chilogrammi) del loro mezzo.

Al raduno partecipa anche un gruppo di bersaglieri ciclisti con biciclette d’epoca da Lanciano (CH). Uno di loro, Domenico Di Campli, racconta, con commozione, di essere stato graziato da san Gabriele quando era bambino. Per lui, quindi, questa parata a San Gabriele non è solo un modo di rinnovare lo “spirito di corpo”, ma anche un modo per rendere grazie a quel santo che – dice – apparve in sogno alla sua mamma per annunciargli l’avvenuta guarigione.

Intanto dal palco annunciano l’Inno di Mameli. La fanfara intona e i presenti cantano Il canto degli italiani che sfocia in un convinto e commosso applauso. Ora i pellegrini provenienti dal Belgio potranno raccontare di aver sentito dal vivo l’inno nazionale, e tornando alle loro case potranno mostrare ai loro figli, e chissà magari anche agli anziani genitori, le foto fatte insieme alla fanfara del grande corpo dei bersaglieri.

i pellegrini dal Belgio con la Fanfara “La Dannunziana”

Bersaglieri e labari col cappellano, padre Natale Panetta bersagliere ciclista Domenico Di Campli

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