È ORA CHE LA CHIESA DICA QUALCHE SÌ…
Salve, le giro una domanda che ho fatto anche al mio parroco e la cui risposta, onestamente, non mi ha per niente convinta. Ho 19 anni, sono nata in una famiglia cattolica e praticante, di conseguenza ho “ereditato” certi comportamenti… Un paio di anni fa, però, dopo essermi fidanzata, a causa della chiesa bacchettona ho iniziato ad allontanarmi, a iniziare dalla confessione… E arrivo alla domanda. Perché la chiesa, credendo di interpretare la volontà di Dio, di fatto proibisce tutto? Pur non facendo nulla di male con il mio ragazzo, il mio confessore non faceva altro che mettere divieti… Quando sarai sposata, ripeteva, scoprirai la bellezza dell’amore. Bene, io, almeno per il momento, non ci penso proprio a sposarmi, di conseguenza secondo il suo credo, che ritengo non sia quello di nostro Signore, dovrei comportarmi come se non avessi un ragazzo. Oppure andare subito a confessarmi e chiedere l’assoluzione per cose che ritengo siano assolutamente normali. La chiesa, per quello che ne so, dovrebbe formulare proposte e non divieti. Sul rapporto uomo-donna, e quindi sulla sessualità, a mio avviso dovrebbe cominciare a dire qualche sì… La prego di darmi una risposta che non sia “cambi confessore…”. L’ho già fatto e il risultato non è cambiato. Adriana
È difficile risponderti, cara Adriana, perché ti aspetti delle risposte facili che facili non sono. Come non è facile la sessualità. Per alcuni, è vero, rappresenta un piacere a disposizione tra consenzienti, come prendere un caffè al bar. Per altri, mi pare il tuo caso, rappresenta un segno del voler bene, con fedeltà, a una persona e allora essere sposati o non essere sposati è semplicemente un dettaglio. Questo può venire, eventualmente, dopo. Nel matrimonio, sia religioso che laico, il sesso ha però un altro aspetto e qualifica la relazione in modo significativo. Come vedi la sessualità è una realtà plastica che si adatta a diverse situazioni e prende diversi significati a seconda del senso che uno gli vuol dare: dalla castità alle orge, sempre di sesso si tratta, o meglio si tratta del significato che vogliamo dare al sesso.
Papa Francesco ultimamente parlando ai giovani a Torino ha detto “Qualcosa che non piace, che non è popolare. Ma anche il papa alcune volte deve rischiare sulle cose per dire la verità: l’amore è nelle opere e nel comunicarsi, ma l’amore è molto rispettoso delle persone, non usa le persone, cioè l’amore è casto e a voi giovani, in questo mondo edonista, in questo mondo dove soltanto ha pubblicità il piacere, passarla bene, fare bene la vita io dico siate casti, siate casti. Tutti noi nella vita siamo passati per momenti in cui questa virtù è molto difficile, ma è proprio la prova di un amore genuino, che sa dare la vita, che non cerca di usare l’altro per il proprio piacere, un amore che fa la vita dell’altra persona sacra, io ti rispetto, io non voglio usarti, io non voglio usarti … fate lo sforzo di vivere l’amore castamente… se io dico che amo e non servo l’altro, non aiuto l’altro, non lo faccio andare avanti, non mi sacrifico per gli altri, non è amore”.
Tra parentesi, pare inoltre che la castità stia tornando di moda. Clicca su internet e trovi notizie e commenti ovviamente non sempre benevoli.
Se il papa ne parla non è soltanto per tirare fuori i giovani dal “vizio” ma perché la sessualità è un valore che fa parte del senso della vita. La sessualità fa parte, in maniera grandiosa, dell’antropologia cristiana. Quel essere fatti a immagine di Dio ed essere fatti maschio e femmina, ci dice che la sessualità fa parte dell’amore, del dono di sé. Un modo (non l’unico!) straordinario in cui un io e un tu cercano di costruire un noi. E questo non è facile e, se ci pensi bene, le scorciatoie non sempre funzionano. Il prossimo sinodo dei vescovi, nel documento di preparazione dice: “È stato anche notato che in molti paesi un crescente numero di coppie convivono ad experimentum, senza alcun matrimonio né canonico, né civile… Tutte queste situazioni vanno affrontate in maniera costruttiva, cercando di trasformarle in opportunità di cammino verso la pienezza del matrimonio e della famiglia alla luce del vangelo. Si tratta di accoglierle e accompagnarle con pazienza e delicatezza”.
Insomma la chiesa tiene ben conto della fragilità delle persone e della pressione delle mode ma, come diceva sopra il papa, deve dire la verità. E per dire la verità anche a te, un approfondimento dell’argomento, non secondo i media, ma secondo la visione cristiana della vita, ti potrebbe far scoprire che i tanti “no” che la chiesa dice sono solo delle indicazioni sul sentiero per indicare la strada migliore per proseguire il viaggio. Non si tratta quindi di cambiare confessore ma scoprire la strada migliore, non la più facile, per andare avanti con quella pienezza di senso che rende bello il cammino della vita. Con qualche ammaccatura, comunque sempre rimediabile.