Ancora ci sono persone che affermano: “Per me la pena di morte è giusta, è legittima difesa, è sempre esistita ed è stata applicata anche dalla chiesa”. Io penso che la pena di morte non è più giustificabile in una cultura che esalta la dignità umana e la sua libertà. Qual è, padre, la sua opinione? Giustino (Gissi, CH)
Impossibile giustificare la pena di morte. A suo favore non si trova proprio alcuna ragione. Non è deterrenza, come è stato seriamente provato. Non è giustizia, perché un omicidio non si ripara con un altro omicidio. Non è espiazione e riabilitazione, come pure esige il diritto penale delle società civili. Non è nemmeno strumento di difesa sociale, per il semplice fatto che la condanna a morte elimina uno che è in prigione e quindi non può nuocere a nessuno. Lo stato ha certamente il diritto e il dovere di difendere la società da persone socialmente pericolose, ma per questo non è necessaria l’eliminazione del colpevole.Più immorale appare la pena di morte in riferimento a Dio, che fonda la dignità dell’uomo in tutta la sua grandezza. La persona è sacra, perché creata a immagine di Dio, e pertanto non può essere adeguatamente compresa se non in riferimento a Dio. Soltanto Dio è padrone della vita e della morte. Dio, inoltre, si è rivelato come colui che non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Nel disegno di Dio, l’intera esistenza è tempo di conversione, nessuno può interrompere questa possibilità.Anche i cristiani, e l’obiezione ritorna con insistenza, hanno sostenuto la pena di morte. Anche la Città del Vaticano ha praticato la pena di morte. Questo non giustifica che si debba ancora oggi giustificare l’uccisione di coloro che si sono macchiati di delitti efferati. Come cristiani non dovremmo mai condannare, ma aiutare a redimersi. Sono convinto che la pena di morte, come anche l’ergastolo, si fondano sulla falsa persuasione che la persona sia irredimibile e incontrovertibile alla causa della vita.