DONNE E SACERDOZIO: PERCHÉ NO?

By Luciano Temperilli
Pubblicato il 9 Agosto 2018

Salve, mi chiamo Giada e ho 17 anni. I miei amici mi considerano una “femminista” e tutto sommato hanno ragione. visto che proprio non riesco a vedere nessuna differenza tra uomini e donne. Ecco, allora, che il mio essere femminista mi spinge a chiederle perché la Chiesa si ostina a non dare la possibilità alle donne di diventare preti? Per carità, l’istituzione Chiesa tratta le donne con lo stesso amore, ma questo divieto mi sembra veramente assurdo? La stessa domanda l’ho posta alla mia insegnante di religione e la risposta è stata la seguente: perché Gesù non ha inserito le donne nel gruppo degli apostoli… È così? Se è questo il motivo, potrebbe spiegarmi allora il perché di tale scelta? Per quale motivo le riteneva inadeguate?

Riporto un brano di un articolo apparso su Avvenire lo scorso 30 maggio. Quindi recentissimo.

“La Santa Sede ribadisce in modo netto e chiaro che la dottrina sul sacerdozio riservato agli uomini è definitiva e quindi irreformabile. Lo fa con un lungo articolo sull’Osservatore Romano dell’arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione per la dottrina …il quale ribadisce con vigore quanto a sua volta ribadito con fermezza da san Giovanni Paolo II nella lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis del 1994. Un intervento particolarmente autorevole, firmato da un ecclesiastico nominato da papa Francesco alla guida dell’ex sant’Uffizio, che dovrebbe stroncare ogni illazione su una possibile apertura all’ordinazione delle donne. Gesù Cristo, – ricorda Ladaria – ha voluto conferire il sacramento dell’ordine ai dodici apostoli, tutti uomini, che, a loro volta, lo hanno comunicato ad altri uomini. Così la Chiesa si è riconosciuta sempre vincolata a questa decisione del Signore, la quale esclude che il sacerdozio ministeriale possa essere validamente conferito alle donne”.

Per la Chiesa, quindi, è un dato di fatto legato alla volontà del Signore. Ciò non significa sminuire il genere femminile significa o ritenerle inadeguate. San Paolo dice che nella Chiesa ci sono diversità di ministeri e diversità di carismi e tutti prendono dignità nell’essere uniti al Cristo. Come le membra al capo. Bisogna ricordarsi, e papa Francesco lo sottolinea continuamente, che l’essere sacerdote è solo un servizio. Nel vangelo le donne certamente non fanno parte della lista degli apostoli ma sono le prime che vedono e annunciano il Cristo risorto. Nella chiesa poi ci sono tante donne sante e dichiarate “dottori” della Chiesa (da Teresa D’Avila a Santa Teresa di Gesù Bambino). Senza dimenticare la Vergine Madre di Gesù che supera in dignità e ministero tutti i sacerdoti perché è madre di Cristo e della Chiesa. Insomma per la Chiesa esiste una unità nella diversità non nell’uniformità. Tutti fanno qualcosa ma non tutti possono far tutto. Come, d’altra parte nella vita, per natura o per scelta.

Di fronte a Cristo esiste diversità di funzioni non differenza in dignità. Io credo che la rivendicazione esiste per tutto ciò che si è creato, socialmente e culturalmente attorno alla figura del sacerdote come figura di potere. E qui certamente c’è qualcosa veramente da cambiare…

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