DONNE e LAVORO

L’IMPORTANZA DELLE LAVORATRICI PER RIEMERGERE DALLA CRISI
By Fabrizio Quarchioni
Pubblicato il 1 Febbraio 2015

PER RISOLVERE I PROBLEMI ECONOMICI DELLA FAMIGLIA, ACCETTANO LAVORI ANCHE DEQUALIFICANTI. INOLTRE IL PART-TIME INVOLONTARIO, QUELLO STABILITO DALLE AZIENDE E NON PER MOTIVI DI CONCILIAZIONE, È UNA CONDIZIONE SEMPRE PIÙ DIFFUSA TRA LE LAVORATRICI

In ogni momento importante del nostro paese, per superare i momenti bui e di crisi, è sempre stato decisivo il contributo, il coraggio e la determinazione delle donne nell’affrontare e risolvere problemi complessi. Nell’attuale crisi socio-economica sarà ancora così. A patto che vengano rimossi gli ostacoli presenti sull’attuale mercato del lavoro: uguaglianza salariale, accesso al mercato del lavoro, conciliazione famiglia-lavoro, credito agevolato. Temi prioritari, ci auguriamo, per importanti iniziative in corso e future.

In Italia come in Abruzzo, le opportunità delle donne nel mercato del lavoro sono frenate da problemi di natura strutturale. Eppure le donne, ormai, raggiungono gli uomini sia nella formazione scolastica sia nella preparazione universitaria. La barriera all’entrata nel mercato del lavoro costituisce quindi una discriminazione che deve essere superata. Allo stesso tempo è di fondamentale importanza fronteggiare la diversità, anche salariale. La crisi ha colpito duramente le donne, soprattutto nel Mezzogiorno, ed esse, per risolvere i problemi economici della famiglia, accettano lavori anche dequalificanti. Inoltre il part-time involontario,  quello stabilito dalle aziende e non per motivi di conciliazione, è una condizione sempre più diffusa tra le lavoratrici. In tal senso migliorare la conciliazione fra i tempi di lavoro e quelli di cura, rappresenta uno dei principali obiettivi per fare esprimere pienamente il potenziale femminile nel mondo del lavoro e migliorare la produttività delle aziende.

In questa direzione va l’istituzione di una commissione sulla conciliazione lavoro-famiglia, che verrà istituita presso il ministero del Lavoro e la cui attività sarà finalizzata a individuare le azioni che potranno essere messe in campo, distinguendo quelle attuabili a titolo non oneroso da quelle per le quali sarà invece necessario sostenere dei costi.

Al fine di promuovere l’occupazione femminile e per incentivare la creazione di rapporti di lavoro stabili, la legge di riforma del mercato del lavoro ha già previsto l’introduzione di incentivi per le aziende che assumono donne di qualunque età, prive di impiego da almeno ventiquattro mesi (termine che si abbassa a 6 mesi in caso di lavoratrici residenti in aree svantaggiate o se impiegate in una professione o in un settore economico caratterizzati da una accentuata disparità occupazionale di genere). Questa misura, insieme agli aiuti per le aziende che assumono disoccupati ultracinquantenni, ha già consentito l’assunzione di 6.500 donne, di cui 4.500 solo nel Mezzogiorno. Inoltre, grazie agli incentivi per l’occupazione giovanile, il 38% di tali assunzioni ha riguardato donne (7.000 giovani donne fino a 29 anni, di cui 2.700 solo nel Mezzogiorno). In questi mesi, quindi, sono state quasi 14.000 le donne che hanno trovato lavoro grazie alle azioni messe in campo. Una tendenza che indica come gli incentivi stiano ottenendo, almeno parzialmente, i risultati attesi, tanto da far ritenere opportuno potenziarli nel prossimo futuro.

Da non dimenticare, poi, che recentemente è stato reso operativo l’incentivo alle imprese che assumono disoccupati/e che fruiscono dell’Aspi. Si tratta di un incentivo che stimola le aziende ad assumere le persone fin dall’inizio del periodo di inattività, cioè dal momento in cui entrano in stato di disoccupazione.

Infine, sul fronte dell’imprenditoria femminile, l’ente nazionale per il microcredito, ha tra i suoi obiettivi quello di far conoscere le modalità di accesso ai prestiti agevolati messi a disposizione per creare piccole imprese e dare impulso al lavoro autonomo. Il microcredito, infatti, è uno strumento per superare il problema di accesso al credito delle donne che, rispetto agli uomini, spesso sono ancora penalizzate da tassi d’interesse più alti, importi inferiori accordati e, soprattutto, dalla richiesta di maggiori garanzie.

Per quesiti, pareri ed approfondimenti: fquarch@tin.it

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