DIVENTARE FIGLI DEL PADRE

Dovremmo sapere tutti che, dopo il peccato originale, nascendo, siamo orfani del padre. Riacquistiamo l’incredibile privilegio di essere davvero figli di Dio, quindi cittadini del cielo, il giorno in cui riceviamo il grande dono del battesimo. È il sacramento che ridà alla nostra vita il suo vero significato; apre a noi le porte del cielo e, dopo il tragitto di questa tribolata esistenza terrena, se vissuta con fede e come un’attesa, ci farà gustare la gioia di essere pienamente figli, per l’eternità. Il giorno del battesimo è davvero il giorno della rinascita. Ricordo che mamma volle che fossi battezzato il giorno dopo la mia nascita. Nella sua fede genuina non accettava che non appartenessi alla famiglia del padre e, nonostante fosse inverno, fui portato al battistero, in chiesa, pochi giorni dopo la nascita. Da bambino mamma mi raccontava il perché di una tale scelta: “Antonio, volevo che tu fossi figlio di Dio. Come mamma desideravo che tu avessi un domani e un papà in cielo, che ti donasse il senso del tuo vivere. Se saprai vivere da cristiano, un giorno il cielo sarà la tua casa e là ci ritroveremo tutti insieme”. Parole che ripeteva sempre alla nascita di ogni mio fratello. Era tanta la sua fede, ma soprattutto il suo sogno che vivessimo in modo tale da vederci un giorno nelle braccia del padre, con lei. È bello, in questa luce, immaginare la scena del battibecco tra Giovanni Battista, che si rifiuta di battezzare Gesù, il messia. Giovanni alla richiesta del maestro ribatte: “Io ho bisogno di farmi battezzare da te e tu vieni a me? Gesù rispose: Lascia fare per ora, perché conviene che così si adempia ogni giustizia. Allora Giovanni acconsentì” (Mt.3,13-15). Aveva certamente ragione Giovanni Battista a opporsi, secondo il suo punto di vista, a un atto di conversione da parte del santo dei santi, Gesù. Quale peccato poteva esserci da cancellare in Cristo, il Figlio di Dio? Giovanni per diventare un vero servo di Dio, per togliere dalla sua vita ogni atto che potesse essere un rifiuto a Dio, che amava e da cui era tanto amato, aveva scelto il deserto, la penitenza, la preghiera. Viveva solo per Dio, dopo aver sottomesso tutto di sé a lui. Per questa sua lotta contro il male, che è dentro di noi, sapeva che ogni uomo, per la rovina del peccato originale, aveva bisogno di una conversione totale, di un cambiamento di mentalità, un morire a se stesso per vivere una vita nuova, secondo Dio, che ci desidera suoi figli. Cosa meglio poteva significare questo morire a se stessi, se non entrare in una dimensione nuova della vita con il battesimo? Ogni volta che mi capita di amministrare il battesimo a qualche bambino, mi colpisce il senso di festa fine a se stesso. E quando chiedo se i battezzandi, attraverso i genitori e padrini, sono pronti a cambiare vita e vivere secondo lo Spirito del padre e mi si risponde sì … ho come la sensazione che non si capisca l’alto significato di questo diventare non solo figli dell’uomo, ma figli di Dio! Il giorno del battesimo dovrebbe essere l’inizio di un impegno, di un cammino verso la santità, guidato prima dai genitori e poi reso sempre più consapevole nelle scelte personali del battezzato. Forse dipende anche da noi sacerdoti la mancanza di un’educazione alla fede dei genitori, per far loro comprendere il grande mistero che avviene nel battesimo di un figlio, ossia l’impegno a un’educazione che miri a fare conoscere il padre e, ancor più, a vivere da figli di Dio. Il rischio che il battesimo sia una festa che finisce in un giorno è grande, quando invece dovrebbe essere l’inizio di un’educazione del figlio a sentire la sua dignità di figlio di Dio e, quindi, la responsabilità della sua vocazione alla santità. Il santo battesimo è il momento in cui il cielo si apre su di noi, in attesa che la vita sia programmata per viverne la dignità, nel desiderio che un giorno il cielo stesso sia la nostra casa. Questo è il vero senso del battesimo: vivere una vita da figli di Dio. Saremo capaci di entrare, da battezzati, in questa vita nuova? Speriamo di sì, con l’aiuto della grazia. E allora: buon ricordo del nostro battesimo!