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Dopo la caduta del regime fascista, il governo provvisorio degli alleati decise, in diversi settori, di cancellare nomi e simboli che rimandassero al “Ventennio”. Così si arrivò al decreto legislativo numero 457 del 26 ottobre 1944, con il quale la vecchia denominazione dell’Eiar (Ente italiano audizioni radiofoniche) venne mutata in Radio Audizioni Italiane S.p.A.. Partecipata dal Governo e dalla SIP-Società idroelettrica Piemontese, la nuova azienda, grazie al contributo di numerosi intellettuali, cercò anche un rilancio dei contenuti liberandoli dall’ideologia fascista e rinnovando i linguaggi.

Nel 1945 se ne delineò la governance, nominando un nuovo Consiglio d’Amministrazione guidato dal giurista Carlo Arturo Jemolo, in assoluto il primo presidente della Rai. Due anni dopo nacque la Commissione parlamentare di vigilanza, organismo incaricato di vigilare sull’indipendenza politica e sull’obiettività informativa della programmazione radiofonica.

Le tappe del “piccolo schermo”

È il 3 gennaio del 1954 quando ha inizio il regolare servizio di televisione e la Rai appare sul piccolo schermo con il suo primo canale. Alla fine del 54 la televisione raggiunge il 58% della popolazione (nel 1961 raggiungerà il 97% degli italiani). Le trasmissioni radiofoniche, invece, sono diffuse ormai regolarmente dai primi anni ‘20 con tre reti nazionali: il Primo, il Secondo e il Terzo Programma.

Nei primi dieci anni di vita gli abbonamenti crescono costantemente: dai 24.000 del 54 a oltre 6 milioni nel 1965. In ogni casa e ritrovo pubblico si raccoglie tutto il vicinato per vedere la Tv.

La televisione, come servizio pubblico, viene pensata non solo come occasione di intrattenimento ma anche come strumento di educazione e informazione: si pensa che il mezzo televisivo possa aiutare a combattere il diffuso analfabetismo. In tal senso contribuisce a creare una lingua nazionale molto più di quanto sia stata in grado di fare la scuola.

Inizialmente i programmi durano quasi quattro ore, la pubblicità non esiste. Le trasmissioni iniziano alle 17.30 con La Tv dei ragazzi, s’interrompono per riprendere con il telegiornale alle 20.45 e durano sino alle 23.00.

Nel 1957 una prima svolta: viene introdotta la pubblicità con Carosello, programma simbolo nel quale lo spettacolo prevale sullo spot. Dopo Carosello i bambini e i ragazzi vanno a letto.

La Tv è resa presto popolare dall’intrattenimento, ma l’informazione rimane la vetta d’eccellenza della Rai: oltre il 70% dei telespettatori segue il telegiornale. Gli sport più amati sono il ciclismo e il calcio, puntualmente illustrati da Rai.

Sul finire del decennio si affermano i sistemi di registrazione. La Tv non è più ancorata alla diretta ma può registrare, conservare e riproporre.

Nel 1962 vede la luce anche il secondo canale televisivo, per la prima volta la Tv italiana si collega via satellite con l’America e pochi mesi dopo iniziano le prime sperimentazioni per le trasmissioni a colori che avranno un avvio ufficiale solo nella seconda metà degli anni 70. Sempre nella seconda metà degli anni 70 esordiscono anche le trasmissioni regionali e il giornalista conduttore sostituisce il lettore del telegiornale.

Nel 1979 viene inaugurata la Terza rete Tv a diffusione sia nazionale che regionale e le prime reti locali commerciali fanno la loro comparsa nel panorama televisivo italiano.

Gli anni 80 vedono l’avvio sperimentale del Televideo, della sottotitolazione per i non udenti e della rilevazione degli ascolti dall’Auditel. Sono anche gli anni in cui fanno il loro ingresso sul mercato le emittenti commerciali nazionali.

A febbraio del 96 la Rai fa il suo ingresso ufficiale nella rete inaugurando il sito www.rai.it e a fine 97 lancia i primi tre canali tematici digitali via satellite, la cui sperimentazione era stata avviata all’inizio del 90.

A fine 2003 il CdA della Rai approva la costituzione dell’Associazione italiana per lo sviluppo del digitale terrestre e a gennaio 2004 la Rai lancia la sua prima offerta sulla nuova piattaforma dando il via a una nuova era per lo sviluppo del mercato televisivo italiano.

A partire dal 31 luglio 2009, Tivù Srl – società costituita insieme a Mediaset e Telecom Italia Media in data 24 settembre 2008 – lancia la piattaforma satellitare gratuita Tivù Sat che replica l’offerta televisiva gratuita in digitale terrestre.