DARSI UNA CALMATA
Ormai ci siamo, la fibrillazione dei malati di tifo è all’apice. Il 12 giugno inizia la sfida pallonara tra schemi di gioco e colpi dei campioni. Scattano i Mondiali in Brasile e nella mia mente vagano pensieri sciolti su calcio e dintorni. Si dice spesso che qualcuno ha la testa per appoggiarvi il cappello. Ma adesso non so più cosa pensare quando vedo le tribù del calcio contemporaneo: teste rasate tirate a lucido, praticanti della treccina e dello chignon, attaccanti fregiati da rockstar. Altri poi non perdono occasione, magari dopo un gol, per mostrare l’ultima scritta o il dragone tatuato di fresco sulla spalla o sul bicipite.
E meno male che ci sono anche facce pulite e teste sulle spalle che non fanno il giro quotidiano dal parrucchiere per raddrizzare la vistosa criniera. Come l’emergente Scuffet o De Sciglio o il rinato Pepito Rossi, tanto per non fare nomi. Il portiere genoano Mattia Perin, 21 anni e capigliatura al vento, si è tatuato sul braccio Be strong, sii forte: “L’anno scorso ho giocato la mia prima stagione in serie A col Pescara. Ultimo in classifica, 66 gol subiti in 29 partite. È stata dura ma è servito per ridimensionare il mio carattere estroverso e qualche atteggiamento sopra le righe. Ora ho imparato a gestirmi meglio, mi sono dato una calmata”. Era ora, be strong Mattia.
Ma a proposito di teste un po’ scariche, noto che la 26enne Neige De Benedetti, nipote dell’imprenditore-editore Carlo, scrittrice e fotografa, ha scritto pure un libro, Tubì tubì, originale almeno nel titolo. Racconta di una bambina che vive in un universo di grandi e quello di una ragazza che invece non sa adattarsi al mondo degli adulti. E si meraviglia lei stessa, potremmo dire che l’ha scritto quasi senza saperlo: “Strano, non l’avevo programmato, mi è venuto come un rigurgito”. Alla faccia. Poi intanto si sbilancia anche sul matrimonio: “Ci sono ragazze che non vedono l’ora di farsi una famiglia, io non vedo l’ora di non farmela”. Affari suoi. Madrelingua francese e inglese perfetto, potrebbe vivere a New York o a Londra: “Sì mi muovo tanto, ma con Milano ho un ottimo rapporto e non ho voglia di vivere altrove. A me piace l’Italia e stare qui, vicino alla mia famiglia”.
E Matilde Ferri, 16 anni, figlia dell’étoile Alessandra, pensa invece al cinema: “Voglio fare un film, girarlo e recitarlo”. Anche lei però non ha dubbi: “Fino all’età di otto anni ho fatto avanti e indietro con l’Italia. Ora sono fissa qui a New York in un appartamento che amo perché è vicino a due parchi bellissimi. Però le mie radici sono milanesi, mi sento italiana, sono e resto italiana”. Mica scema, la pupa. Dopotutto, giusto o sbagliato che sia questo è il nostro paese con le sue grandi qualità e i suoi grandi difetti.