DALLA PARTITOCRAZIA ALLA PARTITOPATIA…

By Stefano Pallotta
Pubblicato il 10 Settembre 2016

 

Si sa, le elezioni in generale, ma in particolare quelle comunali o amministrative che dir si voglia, sono sempre di difficile e multiforme lettura. Quasi tutti alla fine, anche di fronte alla sconfitta, trovano sempre un qualche elemento di soddisfazione. Ci fosse solo uno che ammettesse di aver perso senza se e senza ma meriterebbe, solo per questo, un supplemento di attenzione da parte dell’elettorato, la volta successiva, ovviamente.

Ma lasciamo agli analisti politici l’esame dei flussi elettorali, gli accordi ufficiosi e gli apparentamenti ufficiali, le strategie più o meno occulte e limitiamo il nostro campo visivo alle cose più leggere. Per esempio, ai commenti del dopo-voto nell’ultima tornata in Abruzzo. Ne viene fuori una rappresentazione davvero spassosa, quasi da avanspettacolo. “È ora di finirla con i cicciobelli in cravatta”, ha tuonato il senatore Razzi di Forza Italia, commentando gli insuccessi del suo partito. E se lo dice lui che della sobrietà ha fatto strame, vuol dire che si è andati oltre la misura consentita dalla stessa società dello spettacolo. “Malessere personale”, è stata la replica del coordinatore regionale del partito di Berlusconi, Nazario Pagano, che in tema di analisi elettorale non è da meno del suo più famoso collega di partito. “Abbiamo perso ma abbiamo dato prova di unità”, ha sottolineato. Come dire: uniti si perde meglio.

Ma il divertimento puro lo si può godere nei commenti del dopo-voto al comune di Sulmona. Qui il candidato di centrosinistra, Bruno Di Masci – che al ballottaggio, oltre al suo partito Pd, è stato sostenuto ufficialmente (apparentamento) da Forza Italia di Paola Pelino – è stato battuto da Annamaria Casini, candidata sostenuta dall’assessore regionale, Andrea Gerosolimo, che fa parte di una giunta di centrosinistra (o no?), presieduta da Luciano D’Alfonso. Proprio il governatore sul suo profilo Facebook ha espresso addirittura ammirazione per la “vittoria di Anna Maria Casini a Sulmona, sostenuta con un ruolo importante dell’assessore Andrea Gerosolimo, da uno schieramento di forze riconducibili nella quasi totalità alla maggioranza di governo nazionale e regionale”.

Chi ci capisce è bravo: poi ci si lamenta se gli elettori preferiscono il mare e la montagna alle urne elettorali. Ma D’Alfonso – è notorio – quando su Facebook si fa prendere la mano è altrettanto bravo a correre ai ripari. Questa volta, però, era come scalare una parete di ghiaccio senza ramponi e piccozza. E allora ha dovuto far ricorso alle teorie politologiche sulla dissoluzione dei partiti del 900. Tipico del governatore: quando le cose si ingarbugliano meglio buttarla sulla scienza politica.

Non meno divertente il commento dell’onorevole Maria Amato del Pd di Vasto additata, da qualche commento giornalistico, come “infedele” per aver appoggiato il candidato di centrodestra (Massimo Desiati). Secca la smentita della parlamentare: “Se lo avessi fatto avrebbe vinto Desiati”.

Ma il divertente arriva subito dopo: “Per dimostrare di aver votato Pd avrei dovuto fotografare il mio voto?”. La Amato può sta-re serena, è in compagnia di Massimo D’Alema. Se non ci si fida nemmeno più dei parlamentari del proprio partito come definirla questa fase politica? Panfilo Gentile avrebbe detto – causticamente – “siamo passati dalla partitocrazia alla partitopatia”.

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