CON MARIA SOTTO LA CROCE
I mesi di maggio e settembre sono molto cari a Gabriele: maggio, perché dal popolo cristiano è dedicato alla Madonna; settembre perché in questo mese viene ricordata la Madonna Addolorata e ne viene celebrata la festa. E proprio a settembre si sono verificati alcuni eventi importanti nella vita del giovane.
Domenica 21 settembre 1856, entrato da pochi giorni nella Congregazione di Passionisti, Gabriele inizia il noviziato a Morrovalle (MC) con una cerimonia semplice e toccante. Inginocchiato davanti all’altare veste l’abito passionista, riceve una croce sulle spalle e una corona di spine sul capo. Il celebrante spiega il significato di ogni gesto ed esorta il novizio a stare sul Calvario in devota contemplazione del Crocifisso per rivestirsi di lui. Il volto di Gabriele, trasfigurato dalla gioia e dall’emozione, sboccia dal nero intenso dell’abito ed appare ancora più dolce nei suoi lineamenti giovanili.
Qualche giorno prima, nessuno avrebbe mai pensato di vederlo vestito così. Anzi… Il 5 settembre a Spoleto, nel collegio dei Gesuiti, l’avevano ammirato in tutt’altro abbigliamento. C’era l’accademia mariana insieme alla distribuzione dei premi a chiusura dell’anno scolastico. Gabriele era salito sul palco per recitare la prolusione e declamare opere di sua composizione. L’avevano ammirato “con vesti squisitamente eleganti, discriminatura di capelli studiata, guanti bianchi, lucidissime scarpe, farsetto attillato, camicino candidissimo a ricche pieghe con brillante, bottoni nitidi alle maniche inamidate, cravattina di seta”. Tutti i presenti lo avevano lungamente applaudito.
La differenza è abissale; il vero Gabriele però è questo che seppellisce eleganza e ricercatezza nel nero ruvido della tonaca. Ma l’abito nuovo è solo un pallido segno di quella radicale novità di vita che lo ha investito interiormente: tutti gli interessi sono cambiati, tutti gli ideali sono mutati. Scrive al papà: “Oggi giorno di Maria Santissima Addolorata, nostra protettrice e madre, con inesprimibile gioia, ho indossato questo sacro abito religioso assumendo il nome di confratel Gabriele dell’Addolorata. La gioia che io provo dentro questa casa è quasi indicibile. Non cambierei un quarto d’ora passato qui dentro in preghiera davanti alla Madonna, con un anno o quanto tempo volete, pieno degli spettacoli e dei passatempi di Spoleto. Davvero la mia vita è piena di contentezza”.
Fra un anno Gabriele si impegnerà con voto a fare continua memoria della Passione di Gesù ed a propagarne la devozione con la preghiera, la parola e la vita. Oggi con la vestizione inizia il suo cammino e si vede subito che fa sul serio.
Con il passare del tempo, l’amore al Signore sofferente è sempre più intenso e profondo. Il Crocifisso, contemplato insieme alla Madonna Addolorata, gli è quotidiano sostegno nella corsa verso la perfezione. Cittadino del Calvario, nelle piaghe sanguinanti di Gesù, Gabriele legge la gravità del peccato dell’uomo e l’infinito amore di Dio. Gli fiorisce spontaneo l’impegno di “ricopiare in sé l’immagine di Gesù Crocifisso”.
Guardando Lui, Gabriele scopre la inconsistenza, la precarietà e perfino il ridicolo di quei valori cui il mondo affida il suo successo. I testimoni affermano: “Applicato a meditare la Passione sembra che la sua mente non sia capace di occuparsi di altro, né che il suo cuore provi altri sentimenti. La devozione al Crocifisso può dirsi la regina e la madre di ogni altra. Basta nominare il Crocifisso perché si commuova in modo sorprendente”. Ne parla con tutti, specialmente con coloro che fanno più viva l’esperienza della croce nella propria vita e nella propria carne.
Vede la sua sofferenza alla luce della croce e la vive con gioia. L’immagine del Crocifisso gli è sempre davanti agli occhi. La tiene ben visibile nella stanza piccola e disadorna, nei libri di preghiera e di studio; ma soprattutto gli è scolpita nel cuore. Ad una immagine è particolarmente affezionato: oggetto di frequenti baci accompagnati da lacrime, diviene bruna e sbiadita ed è ancora oggi testimonianza visibile della sua devozione.
Gabriele, stupito ed assorto nella viva contemplazione dell’amore di Gesù Crocifisso, sente nascere e crescere in sé il desiderio di immolarsi come Lui. Cresce continuamente nella sapienza della Croce ed avverte sempre più bruciante l’irresistibile desiderio di farsi santo.
La Madonna Addolorata da lui perdutamente amata, lo accompagnerà con dolce premura materna nel cammino breve e intenso che lo porterà alla meta.