COMMOZIONE E STUPORE DI UN VESCOVO

Ippolito Agosto
By Nandino Di Eugenio
Pubblicato il 1 Luglio 2016

Di Gabriele dell’Addolorata, dei numerosi pellegrini alla sua tomba, delle grazie ottenute per sua intercessione, il vescovo passionista monsignor Ippolito Agosto ne aveva sentito parlare anche in Bulgaria. Ma quello che vedrà personalmente in seguito, vivendo sia pure per pochi giorni nei luoghi santificati dal giovane, non l’aveva mai immaginato.

Ippolito, nato il 29 giugno 1838 a San Bartolomeo di Andora (Savona), a 16 anni veste l’abito passionista e il 31 marzo 1855 emette la professione religiosa. Ordinato sacerdote il 20 settembre 1861 insegna filosofia nello studentato dei Santi Giovanni e Paolo in Roma. Nel settembre del 1867 parte per la missione passionista comprendente la Bulgaria del nord e la Romania meridionale (Regione della Valacchia). Ippolito è nominato subito parroco di Râmnicu Vâlcea (Valacchia), nel 1870 di Ruse (Bulgaria) e nel 1873 di Brăila (Valacchia). Dopo tre mesi però torna a Ruse dove sarà parroco fino al 1884. Di questa importante parrocchia Ippolito è fondatore e primo parroco. Per breve tempo, è anche vicario generale della diocesi. Svolge un fecondo apostolato; dialoga con cattolici, ortodossi e non credenti. A Ruse vivono cittadini di varie lingue e culture. Lui si trova a suo agio; è ben preparato culturalmente; parla il tedesco, il francese, il rumeno e il bulgaro.

Il 27 aprile 1883 è nominato vescovo di Ruse; riceve la consacrazione episcopale a Roma il successivo 3 maggio nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo. Sarà vescovo pochi anni ma con la sua opera pastorale ricca di dedizione e di iniziative dà un significativo impulso alla diocesi. Vive povero, contento del minimo indispensabile. Si spende e spende tutto per il bene dei fedeli che lo circondano di affettuosa ammirazione. Costruisce a Ruse, sulle sponde del Danubio, la bella cattedrale in stile neobarocco dedicandola al fondatore dei passionisti san Paolo della croce. Per sua iniziativa nella vastissima diocesi sorgono scuole e collegi per ragazzi e ragazze, nuove chiese, stazioni missionarie. Apre un seminario per promuovere le vocazioni locali.

Nel novembre del 1893 monsignor Agosto si reca nella turbolenta parrocchia di Belene per ricucire i lacerati rapporti tra sacerdoti e un gruppo di fedeli ribelli i quali cercano di costringerlo a firmare un documento che calpesta i diritti e le norme della chiesa. Il vescovo rifiuta e viene tenuto segregato come un prigioniero; quando, a causa della malattia, comincia a perdere sangue dalla bocca, ai due passionisti che sono con lui viene impedito di chiamare il medico e di uscire per prendere cibo e medicine. Il 3 dicembre 1893, dopo tre giorni di dolorosa e lenta agonia il vescovo muore a 55 anni di età. Non è sbagliato considerarlo martire. Il suo corpo, incorrotto, resta esposto alla venerazione dei fedeli per otto giorni. Ai funerali celebrati a Ruse sono presenti autorità civili, militari e religiose e anche molti ortodossi; prima della sepoltura la salma viene portata processionalmente per tutta la città accompagnata da migliaia di fedeli.

Nel gennaio del 1893 monsignor Agosto era stato a Roma per partecipare alle feste giubilari del papa Leone XIII e per impegni di ufficio. Durante la permanenza in Italia trascorre un breve periodo a Isola del Gran Sasso. Vi arriva il 3 aprile; vi resterà fino al 30 dello stesso mese. Sono passati appena cinque mesi dalla esumazione di Gabriele, ma il suo sepolcro è già meta di pellegrini. Il vescovo vive indimenticabili giorni di grazia e di spirituale letizia; confessa intere giornate concedendosi solo brevissime pause. Domenica 9 aprile con stupore vede presenti oltre tremila fedeli.

Chiamato a testimoniare nel processo per la beatificazione di Gabriele, dirà: “Al vedere la stragrande devozione dei popoli di quelle parti, al sentire i racconti delle grazie, anzi dei prodigi operati per intercessione del servo di Dio, fui dolcemente commosso nel constatare le meraviglie della grazia. Ho veduto con i miei occhi continui pellegrinaggi alla sua tomba. Arrivavano anche a piedi, cantando laudi sacre delle quali echeggiavano le vallate e recitando devotamente il rosario. Tutti procuravano di accostarsi ai sacramenti. Era cosa veramente da intenerire”.

Monsignor Agosto tornerà in Bulgaria. Racconterà a tutti di avere vissuto giornate di cielo vicino alla tomba di Gabriele, diventata sorgente di grazie e miracoli per tanti che vi arrivano cantando e pregando. E parlando, non riesce a trattenere un fremito di grande commozione. (17)             p.dieugenio@virgilio.it

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