COME STACCARSI DAL RISCALDAMENTO CENTRALIZZATO
Gentili lettori, come anticipato nel corso del precedente articolo, la materia condominiale conserva il primato di essere un argomento di attualità, soprattutto dopo l’approvazione del testo della riforma che la renderà obbligatoria a partire dal prossimo mese di giugno. Visti i tanti quesiti giunti in redazione, in questo numero ne prendiamo in esame uno particolarmente interessante.
Nella nuova riforma si parla di come sia più facile distaccarsi dall’impianto centralizzato di riscaldamento, in pratica non si dovrà attendere più l’autorizzazione del condominio. Cosa bisogna fare per richiedere il distacco?
Purtroppo, il testo di riforma lascia ampi interrogativi non superabili con il solo buon senso da parte dei condomini. Infatti è possibile distaccarsi dall’impianto, ma a condizione che da esso non derivi un aggravio di spese a carico della compagine condominiale. Pertanto, sarà necessario, da parte di colui che intende avvalersi di impianto autonomo piuttosto che non averne alcuno, affidarsi a una società che predisponga una perizia termotecnica, necessaria per dimostrare che dal distacco non derivi alcun danno nei confronti dei restanti condomini. Cosa succederà dopo? è facile immaginarlo, si chiederà al magistrato di dirimere la controversa questione, con lungaggini di tempo che i condomini dovranno attendere prima di una tanto attesa sentenza. Ma una soluzione efficace esiste, al fine di scongiurare anni di litigi, essa è la contabilizzazione del calore.
La norma Uni 10200, aggiornata di recente, mira proprio a stabilire i principi per una corretta ed equa ripartizione delle spese di climatizzazione invernale e acqua calda sanitaria in edifici di tipo condominiale, provvisti o meno di dispositivi per la contabilizzazione dell’energia termica, distinguendo i consumi volontari di energia delle singole unità immobiliari da tutti gli altri consumi.
Mediante l’installazione di particolari dispositivi, infatti, è possibile regolare la temperatura del proprio appartamento (termoregolazione) pagando solo il calore effettivamente consumato (contabilizzazione). Oltre a contenere i costi, questo sistema garantisce anche maggiore comfort abitativo, mantenendo costante ed equilibrata la temperatura di casa.
La nuova edizione della norma Uni 10200 fornisce indicazioni per la ripartizione delle spese in proporzione ai consumi volontari dei singoli appartamenti al fine di ridurre gli sprechi, salvaguardando comunque la qualità della vita.
La riduzione dei consumi viene garantita dal sistema di contabilizzazione e termoregolazione che deve essere realizzato secondo determinati principi di progettazione. In tal senso fornisce una linea guida per la progettazione e la conduzione dell’impianto, oltre a dare indicazioni su quale sia il sistema di contabilizzazione più indicato per un determinato tipo di impianto di distribuzione (a colonne montanti o ad anello) e per un determinato tipo di terminale di emissione (radiatore, termoconvettore, pannello radiante a pavimento, a parete, a soffitto e bocchette di aria calda).
Il documento descrive una metodologia di calcolo indiretto dell’energia termica erogata all’unità immobiliare, che consiste nell’evoluzione del metodo dei gradi-giorno, già in uso nella versione precedente della norma. I metodi di contabilizzazione indiretta, a differenza di quella diretta, non danno la misura del calore utilizzato nelle unità immobiliari ma un conteggio proporzionale a questo; tali conteggi sono quindi utilizzati per una corretta ripartizione delle spese di riscaldamento.
Il metodo di calcolo dei consumi descritto dalla Uni 9019 deriva dal tradizionale metodo del contatore, ormai non più utilizzabile, introducendo la compensazione del tempo di inserzione dei corpi scaldanti. Grazie alla formula di conteggio migliorata ed evidenziata nella nuova edizione della norma, si ottengono le precisioni richieste dalle legislazioni nazionali e regionali vigenti.
Oltre al principio di funzionamento e al metodo di calcolo, la norma fornisce anche le prescrizioni aggiornate di impianto, di installazione, di prova e di impiego dei sistemi basati su questo principio; quest’ultimo prevede l’utilizzo dei totalizzatori dei tempi di inserzione, compensati dai gradi-giorno dell’unità immobiliare e dall’inerzia termica dei corpi scaldanti, da cui si ricavano i conteggi proporzionali al calore utilizzato dall’abitazione che sono poi utilizzati per la ripartizione delle spese, secondo quanto indicato dalla Uni 10200.
Il documento, pertanto, non fa riferimento a una tipologia di prodotto specifico, ma fornisce le linee generali per un corretto utilizzo del metodo e dei componenti che lo implementano, al fine di ottenere prestazioni in linea con le esigenze di contabilizzazione indiretta del calore e risparmio energetico.
I sistemi di contabilizzazione indiretta del calore, tra cui anche quelli definiti da questa norma, sono particolarmente indicati nelle ristrutturazioni dell’impianto termico di edifici esistenti, dove possono essere installati con facilità, senza interventi sulle tubazioni di distribuzione del calore e senza opere murarie.
Per attuare ciò sarà sufficiente una delibera dell’assemblea che approvi la spesa per dotare gli immobili di tali strumenti di rilevazione, i cui costi non sono proibitivi, ma efficaci per coniugare le esigenze del privato con quelle della collettività!
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