COME DIFENDERSI DALLE TRUFFE INFORMATICHE

By Bruno Scarano
Pubblicato il 29 Gennaio 2021

Il phishing è un tipo di truffa informatica attraverso la quale un male intenzionato invia un’e-mail con il logo contraffatto di una società di commercio elettronico o di un istituto di credito, in cui si invita il destinatario a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile in una comunicazione digitale. Fin qui la definizione di Wikipedia. Andiamo oltre, però, e vediamo come proteggerci da questi attacchi che all’apparenza sembrano innocui, ma se con ingenuità diamo corso con una risposta rischiamo che i nostri accessi siano violati. A chi di noi non è capitato di ricevere un’e-mail sospetta? Come dobbiamo comportarci in quel caso? Negli ultimi anni queste truffe sono diventate estremamente sofisticate, ma esistono dei segnali che ci aiutano a riconoscerle.

Ecco, allora, alcuni istruzioni e accorgimenti da tenere in mente. Innanzitutto prima di cliccare su qualsiasi link nella vostra casella postale, prestate attenzione ai seguenti alert: mittente, urgenza, ortografia, link, allegati. Ma andiamo con ordine. Mittente Spesso l’e-mail di phishing ci arrivano inattese, da persone sconosciute o da aziende con cui non si hanno relazioni o per forniture che non si utilizzano. In alcuni casi le e-mail possono arrivarci da qualche mittente che conosciamo, tuttavia l’indirizzo non è corretto. Ecco, in questo caso, non rispondere, non fidarti. Occorre fare sempre attenzione all’indirizzo del mittente.

Un secondo campanello d’allarme è l’Urgenza. Il senso di urgenza provoca uno stato d’ansia che impedisce di pensare con la stessa chiarezza che si avrebbe normalmente. Ii truffatori puntano proprio a questo, quindi non agire d’impulso.

Un altro elemento è l’Ortografia. Gli errori di ortografia nei link e negli indirizzi e-mail sono segni comuni di attacchi di phishing.

Oggi gli errori sono più difficili da rilevare, poiché i metodi di phishing stanno diventando sempre più sofisticati. In un testo lungo e complesso, come quello dei link, gli errori sono ancora più difficili da notare, quindi occorre prestare molta attenzione all’ortografia.

Poi abbiamo il Link. I link di reindirizzamento sono una delle tattiche più comuni e di successo usate dagli hacker nei tentativi di phishing. Questi link sembrano legittimi, ma sono maligni, sicuri solo all’apparenza. Per riconoscerli ed evitarli, passare il mouse su un link senza cliccarlo.

Siamo all’ultimo alert: Allegati. Diffidare degli allegati, soprattutto se sono strani, o hanno un titolo allettante che ti fa venire voglia di aprirli, o hanno un’estensione di file potenzialmente pericolosa. Mascherare il malware nell’allegato è una tattica ancora comune tra i truffatori.

Concludiamo facendo un cenno a un’iniziativa molto apprezzata dai risparmiatori, mi riferisco al Bonus Natale con l’operazione del Cashback (soldi indietro) introdotta dal governo lo scoro 8 dicembre. Inizialmente ha avuto qualche problema tecnico prevedibile, visti i milioni di accessi. Prima di scaricare l’app “Io”, infatti, occorre avere lo Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale).

Il tutto si inquadra in un’operazione che si chiama “Italia cashless” che letteralmente significa senza contanti, messo in campo proprio con lo scopo di ridurre sensibilmente il contante

L’intento di questa iniziativa è duplice. Da una parte combattere drasticamente l’evasione fiscale che per gli italiani costa all’anno oltre 100 miliardi di ero. Una zavorra che impedisce non solo la riduzione della pressione fiscale, ma che pesa anche sul settore sanitario che ha visto in questi anni un “taglio” enorme di risorse. perché così imposto dalla Legge di stabilità; di certo questo strumento di pagamento elettronico se lo utilizzassero in tanti può rappresentare un grande deterrente per il potenziale evasore. Dall’altra il Cashback rappresenta un’accelerazione verso il digitale, settore dove il nostro ha investito molto. Tecnologia e innovazione per stare al passo con agli altri paesi occidentali. Basta ricordare che la Banca centrale europea (Bce) nella classifica del 2019, ha posizionato l’Italia agli ultimi posti. Precisamente ha registrato 77 transazioni pro-capite con carte di pagamento, classificandosi al 24° posto su 27 nella Unione europea (Ue). La sfida è lanciata, c’è da scommettere che presto diventerà un’abitudine, per italiani, pagare con questa modalità. Anche perché scoraggiati dal tetto del prelievo contante, che quest’anno subirà ancora un taglio, e dal fatto che le commissioni bancarie per gli esercenti si stanno sensibilmente riducendo.

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