COME CONCILIARE OPULENZA CON TANTA POVERTÀ NEL MONDO?
Padre, sono un operaio specializzato e guadagno discretamente. Non posso dire che vivo nell’agio ma nemmeno posso lamentarmi del mio tenore di vita. Sono cristiano e mi guardo intorno e vedo che c’è tanta povertà e a volte anche miseria. Mi chiedo e le chiedo: si può giustificare una vita di lusso sfrenato di fronte a tanta povertà nel mondo? La ringrazio. Ugo (L’Aquila)
Per i cristiani, ma anche per i non cristiani o per gli uomini di buona volontà, ignorare il dramma della povertà, che si traduce in mancanza del lavoro, della casa, in altre parole nell’assenza radicale di ogni dignità nei paesi opulenti e in mancanza di tutto, a cominciare dal sostentamento quotidiano nei paesi del terzo mondo, è segno di radicale indifferentismo. I mezzi della comunicazione sociale portano nelle nostre case, magari agiate, ma sicuramente con tanto superfluo, tanta fame, tanta mortalità infantile a causa della mancanza dei generi di prima necessità. Tutto questo non può non mettere in questione le abitudini e gli stili di vita di chi vive nell’agio o addirittura nel lusso. La rivelazione evangelica, la tradizione della chiesa e il magistero di sempre insegnano che la ricchezza, personale e collettiva, è iniqua, se non è condivisa con chi è nell’indigenza. Il lusso e l’uso sconsiderato del denaro sono scandalo e ingiustizia nei confronti di chi è privo del necessario per vivere o addirittura per sopravvivere. Le molte disuguaglianze sociali e finanziarie richiedono, insegna papa Francesco, “di creare una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni” (EG 188). Le non più tollerabili disuguaglianze tra chi ha troppo e chi ha troppo poco non sono dovute a fatalità, ma hanno precise responsabilità politiche e sociali. Una cosa urgente da fare è di rivedere il modello liberista di sviluppo che purtroppo guida il fenomeno della globalizzazione. Ma prima ancora deve avvenire nel cuore dell’uomo la conversione dall’avere di più all’essere di più.