Tra le tante iniziative organizzate in tutta Italia segnaliamo l’interessante mostra, Illustratori della Divina Commedia, ALLESTITA NEL museo Stauròs di San Gabriele dal 18 giugno al 5 settembre prossimi
Le ricorrenze storiche ci ricordano da dove veniamo. Questo vale ancor più oggi, con il presente che appare sempre più dilatato nella vita online e il passato sempre più compresso sugli scaffali. Sono poche le figure che riescono a superare i limiti della storia, gli uomini che oltrepassano la polvere degli archivi e delle librerie. Dante è certamente uno di questi, un autore a cui i confini del proprio secolo non sono mai bastati. Quello che si è ricordato lo scorso marzo è l’anniversario di due conclusioni: quella del viaggio terreno dell’Alighieri – morto nel 1321 lontano dalla sua amata Firenze – e quella del suo viaggio letterario, la fine della stesura della Commedia. Al fianco della voce “anni” il numero recita 700: ben portati, non c’è dubbio.
Nell’ultimo anno si sono versati fiumi d’inchiostro sull’argomento: i preparativi per la celebrazione di questo settimo centenario hanno impattato considerevolmente nella cultura di massa, basti pensare all’incredibile mole di pubblicazioni a sfondo dantesco che ha invaso le librerie. Tra le tante voci che in questo filone si sono avvicendate, va evidenziata per la consueta luminosità quella di papa Francesco. Nella sua Lettera apostolica Candor Lucis aeternae c’è infatti una riflessione molto significativa sul valore che assume la Commedia oggi, in un presente in rapido e continuo cambiamento. La premessa a qualsiasi analisi non può che considerare il tipo di destinatario a cui il poema fa riferimento: il cammino ultraterreno di Dante è universale, un esempio di salvezza valido potenzialmente per ogni uomo, senza limiti di tempo o spazio.
“Un cammino realistico e possibile, in cui tutti possono inserirsi, perché la misericordia di Dio offre sempre la possibilità di cambiare, di convertirsi, di ritrovarsi e ritrovare la via verso la felicità”.
C’è un altro tema su cui si sofferma con attenzione la Lettera, ed è quello che riguarda la libertà dell’individuo, la possibilità di scegliere che è innata nell’uomo e protagonista nella Commedia. I personaggi che si avvicendano nelle tre cantiche sono infatti emblemi di scelte differenti, spaccati di vita che oscillano tra il buio e la luce, tra l’errore e il perdono, tra la sofferenza e la beatitudine. È un microcosmo che contiene l’uomo in tutte le sue sfaccettature, in cui convivono le infinite possibilità che il quotidiano offre sistematicamente. Si tratta dunque di scegliere il percorso, non di seguirne uno prestabilito.
Subito prima di concludere la sua analisi, papa Francesco torna più precisamente sull’attualità. Oggi la Commedia ha bisogno di nuovi destinatari, di non limitarsi alle aule scolastiche e universitarie e raggiungere un pubblico, per l’appunto, universale.
“Incoraggio poi in maniera particolare gli artisti a dare voce, volto e cuore, a dare forma, colore e suono alla poesia di Dante, lungo la via della bellezza che egli percorse magistralmente, e così comunicare le verità più profonde e diffondere con i linguaggi dell’arte messaggi di pace, libertà e fraternità”.
In questa direzione si inserisce perfettamente l’iniziativa della Fondazione Pasquale Celommi che, in collaborazione con la Onlus Amici di San Gabriele, organizza la mostra Illustratori della Divina Commedia presso il museo Stauròs di Isola del Gran Sasso. Quest’ultimo, situato nello splendido santuario di San Gabriele, ospiterà opere di artisti come Salvator Dalì, Gustave Doré, Sandro Melarangelo, Renato Coccia; oltre a queste, una selezione di opere realizzate dagli studenti degli istituti scolastici partner delle province di Chieti e Teramo. L’esposizione inizierà il prossimo 18 giugno (inaugurazione ore 17,30), e si protrarrà per tutta l’estate, fino al 5 settembre.
Nel canto XV dell’inferno il poeta incontra il suo antico maestro Brunetto Latini, al quale riconosce tra le altre cose di avergli insegnato “come l’uom s’etterna”, ovvero come raggiungere una fama imperitura attraverso la scrittura. A giudicare dal risultato, Brunetto deve essere stato un buon insegnante; Dante fu certamente un allievo insuperabile. LC