COLLISIONI APOCALITTICHE E SENTIMENTALI

By marco staffolani
Pubblicato il 29 Gennaio 2021

Greenland (uscito a ottobre 2020) è un film che promette tanto dal trailer, ma poi risulta deludente dal punto di vista degli effetti speciali e dello svolgimento delle scene d’azione. Esso però dà la possibilità di riflettere su cosa accadrebbe in un futuro pre-apocalittico, se una cometa interstellare (chiamata ironicamente Clark) dovesse minacciare la terra a più riprese con frammenti che impatteranno un po’ ovunque il nostro pianeta, seminando morte e distruzione.

Il film si apre con la storia di un ingegnere edile in crisi con la moglie, che sta tornando a casa per festeggiare il figlio. La tensione nella coppia si percepisce dall’atteggiamento di lei, distaccato se non arrabbiato nei confronti del consorte. Rimangono sullo sfondo “divertenti e strani notizie” di una cometa interstellare che si sta avvicinando alla Terra che, a detta degli esperti, pur entrando nell’atmosfera non dovrebbe provocare nessun danno a cose o persone.

Tutti i festeggiamenti vengono interrotti quando un grosso frammento colpisce l’America e iniziano a cascata una serie di eventi catastrofici. L’unica speranza per la famiglia dell’ingegnere è quella di raggiungere l’aeroporto militare per trovare poi rifugio in Groenlandia all’interno di bunker protettivi in attesa dell’ultimo e micidiale frammento cometario, della stessa grandezza di quello che spazzò via i dinosauri.

Ci domandiamo: fantascienza o realtà? Il pregio della pellicola non è tanto mostrare le forze della natura che si accaniscono contro l’uomo, quanto essere un “laboratorio virtuale” che fa riflettere sulle inaspettate reazioni da parte dell’essere umano di fronte a relazioni umane ancora in sospeso di fronte al disastro inevitabile.

Salvarsi, sperare in una nuova terra, in un “verde” che possa avere luogo dopo l’inferno che brucerà quasi tutte le forme viventi del pianeta, significa per il protagonista anche ricostruire la relazione con sua moglie e proteggere il figlio diabetico. E se qualcuno si spende e si prende cura degli altri, c’è anche chi si approfitta dei più deboli, che pensa solo alla propria pelle e con violenza regredisce a forme istintive ed animalesche nei confronti dei suoi simili.

Ma nella realtà sarebbe veramente possibile salvarsi? Sicuramente l’opzione bunker è quella più funzionale e di cui l’uomo ha un’esperienza più significativa, perché la loro costruzione era in vista di un esito catastrofico delle guerre mondiali. Il problema del bunker è però il ristretto numero di persone salvabili, e limitati giorni di sopravvivenza.

Quali altre opzioni abbiamo? Perché non fuggire verso un altro corpo celeste? In effetti pur sviluppando razzi sempre più potenti, siamo capaci di portare in orbita solo qualche tonnellata di materiale, o al più di spedire sonde automatizzate fino ai pianeti più lontani. Il viaggio umano più impegnativo resta quello dei 12 uomini che dal 69 al 72 hanno messo piede sulla Luna grazie al programma Apollo, per un totale di alcune decine di ore passate sulla superficie.

Possiamo affrontare il problema di petto, o ancor meglio “di lato”? È possibile deviare l’asteroide o la cometa di modo che si eviti l’impatto? La Nasa fino al 2017 stava organizzando la prima missione per identificare, catturare e spostare un asteroide in un’orbita stabile intorno alla Luna e inviare astronauti per riportarne dei campioni sulla Terra. Purtroppo questa missione chiamata Arm è stata cancellata, ma rimane il fatto che se imparassimo a deviare un piccolo corpo di qualche metro potremmo sperare di deviare cose più grandi e pericolose.

Nel frattempo non ci resta che migliorare la mappatura del cielo dei Neo, Near Earth Object, cioè degli oggetti potenzialmente pericolosi in quanto intersecano l’orbita terrestre. Conoscendo gli spostamenti di questi oggetti, e catalogandone sempre di più man mano che aumenta la potenza osservativa dei nostri telescopi, saremo in grado di prevedere eventuali future collisioni e avere i dati necessari in prossimità del pericolo!

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