COLEI CHE HA RESO NOBILE LA NATURA UMANA!

 «Vergine madre… tu sei colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura». Così Dante Alighieri ha cantato la Vergine Maria, la Madre di Gesù, che nel mese di maggio, in special modo viene venerata da tutta la Chiesa cattolica. Maria di Nazareth è onore dell’umanità essendo stata la creatura più eccelsa di tutti i tempi, fiore dell’umanità nella quale la bellezza dell’umano ha sposato la potenza del divino.

Certamente di nessuna creatura si è parlato e scritto tanto. Pittori, poeti, scrittori hanno cantato in lei il capolavoro di Dio e dell’umanità. La domanda sorge spontanea: perché la storia la venera così tanto da celebrare anche interi anni per meditare sulla sua figura?

Le linee fondamentali della mariologia le troviamo ben espresse dal Concilio Vaticano II là dove i padri ci presentano Maria come Madre di Cristo (e quindi di Dio) e figura della Chiesa. Madre di Dio: è stato un disegno del Cielo ad averla scelta e preparata attraverso l’Immacolata Concezione ad essere la Madre del Signore. È un mistero del quale certamente ne intuiamo la grandezza, anche se non lo comprendiamo completamente proprio per la sua immensità. Ma ella è anche figura della Chiesa: Maria è il modello esemplare da imitare, una verità, questa, che affonda le sue radici nella Scrittura, per esempio nel Vangelo di Luca, dove la Vergine ci viene presentata come il modello ideale di discepolo. Guardando a Maria dovrebbe nascere in noi un atteggiamento di imitazione perché in Maria ci è manifestato cosa è capace di compiere Dio quando si accoglie la sua parola. La più sana devozione a Maria, allora, consiste proprio nell’imitazione delle sue virtù. Una madre è felice nel vedere che il proprio figlio gli assomiglia, ma anche un figlio è felice di assomigliare a sua madre soprattutto quando la scopre divinamente bella.

Si potrebbe obiettare: vista la diversa condizione di vita di Maria e i cambiamenti avvenuti in duemila anni, come può questa donna di Nazaret esserci di modello? Ci risponde papa Paolo VI in un documento dedicato alla sua figura. Scrive il beato pontefice nella Marialis Cultus al numero 35: “Maria non è stata proposta come modello per il tipo di vita che condusse, ma per i suoi atteggiamenti, perché nelle condizioni concrete della sua vita aderì totalmente e responsabilmente alla volontà di Dio”. Parafrasando le parole del papa bresciano potremmo dire: ha vissuto ogni momento della sua esistenza illuminata dalla parola di Dio e sostenuta dalla fede.

A Maria non sono state risparmiate le sofferenze, le prove, i patimenti, ma tutto questo è stato da lei vissuto alla luce della Parola di Dio. Illuminata dalla fede ogni esperienza Maria conserva quella pace dell’anima da renderla beata. E chi è il discepolo del Signore se non colui che vive la vita illuminato dalla fede, accogliendo la Parola di Dio, cantando le meraviglie del Creatore, percorrendo le strade del mondo annunciando il Vangelo della carità?

In questo mese di maggio la vogliamo pregare ma soprattutto chiediamo la grazia di saperla imitare! Sarà felice lei e lo saremo anche noi!

 

 

L'ECO di San Gabriele
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