CHIESA SOLIDA NELLA SOCIETÀ LIQUIDA

By Gabriele Cingolani
Pubblicato il 4 Giugno 2015

…niente sembra più stabile e certo. I rapporti umani sono fragili a ogni livello, compreso quello familiare. Scompaiono identità e appartenenze nel fluttuare del tutto. Ma la chiesa offre ancora la sponda sicura: la sua fiducia nell’uomo, e soprattutto la presenza del Risorto e del suo Spirito

Viviamo in una società liquida. È l’analisi oggi più condivisa sulla condizione del mondo occidentale. L’ha formulata il sociologo polacco Zigmut Bauman, che con quell’aggettivo ha qualificato i principali aspetti dell’odierna cultura in libri di successo: Modernità liquida, Amore liquido, Vita liquida. Nel campo delle analisi ci sono anche altre definizioni, come società narcisistica (Christopher Lasch), connotata dall’auto-idolatria della persona, o società dionisiaca (Michel Maffesoli), dominata dalla ricerca sfrenata del benessere e del piacere, ma società liquida è la dizione che sintetizza meglio le caratteristiche dell’ambiente in cui viviamo.

Papa Francesco preferisce il termine più contenuto di cultura del provvisorio. Di fatto niente sembra più sicuro e stabile. Traballano i valori condivisi. Quelli che una volta si chiamavano principi, adesso sono correnti che cambiano direzione e si dissolvono nel liquido che rende tutto uguale e indifferente. I rapporti umani sono diventati fragili ad ogni livello, da quelli familiari a quelli professionali. Diventa sempre più difficile impegnarsi in decisioni per sempre, il che rende problematica la formazione alla stabilità coniugale e persino alla vita consacrata e presbiterale. Non ci si radica in niente, patria, città, famiglia, impresa. Si resta attaccati anche morbosamente al posto fisso di lavoro perché lascia libertà di fluttuazione in ogni altro ambito.

Dove qualcosa resiste unito se ne favorisce lo scioglimento, come la famiglia di cui si cambia pure il significato, o comunque può essere liquefatta nel tempo di un’estate. Ciò che è tenuto compatto dalla legge è spesso spaccato dalla violenza e della trasgressione. Persino la dimensione umana che i tempi e le filosofie hanno ritenuto la più profonda e universale, quella religiosa, la si vuole far passare per sovrastruttura culturale, anch’essa in via di liquefazione. Per la prima volta nella storia sta nascendo in occidente una società senza religione, scientificamente costruita per dimostrare che l’uomo può vivere senza Dio.

È il caso di domandarsi se l’uomo sia davvero un animale ragionevole, oppure un essere in balia della volubilità degli istinti. Se non si reagisce si diventa come pesci che vagano muti nel fluido dell’acquario, altra icona della società odierna. Ma l’acquario è bello come attrazione turistica o come accessorio decorativo e rilassante di casa. Gli essere umani non sono pesci. Nella fluidità si naviga, ma poi si naufraga se non si tocca terra.

Nella predicazione di Cristo e nel vangelo Dio ha offerto all’umanità la solidità di cui ha bisogno. Che l’uomo sia fragile e volubile e possa trovarsi a vivere senza senso o vagare nel vuoto o nel liquido è esperienza quotidiana dei singoli e dei popoli. Noi troviamo la spiegazione nella presenza del peccato che ha manomesso il piano della creazione. Ma l’umanità può costituirsi come regno di Dio, perché l’azione dello Spirito spinge le coscienze ad approdare alla solidità necessaria per vivere in modo umano. La chiesa è nella storia per ricordarlo e per realizzarlo, pur nella precarietà e parzialità dell’esistenza terrena.

Giusto cinquant’anni fa, il Vaticano II aveva dato una definizione molto più pertinente e comprensiva della società odierna. “L’umanità vive oggi un periodo nuovo della sua storia, caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti. Provocati dall’intelligenza e dall’attività creativa dell’uomo, si ripercuotono sull’uomo stesso, sui suoi giudizi e sui desideri individuali e collettivi, sul suo modo di pensare e d’agire sia nei confronti delle cose che dei suoi simili… Il genere umano passa da una concezione statica dell’ordine delle cose ad una concezione dinamica e evolutiva” (Gaudium et spes, 4-5).

Dinamismo significa crescita, la dinamica della vita in ogni manifestazione. Il concilio invitava la chiesa ad adattare il passo al ritmo della storia, perché il suo servizio fosse adeguato alle nuove esigenze. Il dinamismo previsto ha preso ad evolversi in modo talmente precipitoso che nessuno sembra adeguato a gestire la situazione, per cui la definizione di società liquida suona azzeccata. Ma la chiesa continua ad offrire la sponda solida alle diverse culture e società del globo. Tale sponda è la visione cristiana dell’uomo, capace di enormi insensatezze ma anche di bontà, impegno, fedeltà e generosità fino a donarsi per gli altri. Soprattutto è la presenza del Risorto – ieri oggi e sempre – e del suo Spirito nell’umanità, che rende possibili illimitate realizzazioni dell’amore. La forza della fede. La gioia del vangelo.

 

 

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