CHIESA DI  CRISTO E MISTERO TRINITARIO

By Carlo Ghidelli
Pubblicato il 4 Febbraio 2017

Anche la costituzione dogmatica sulla chiesa, come non pochi altri documenti conciliari, inizia con  un  corposo riferimento alla Trinità. È chiaro dunque che i padri conciliari vollero ancorare le loro riflessioni sulla chiesa di Cristo alle sorgenti di quel mistero che è l’inizio della storia della salvezza. Ci sentiamo così interpellati circa la nostra spiritualità la quale forse è ancora troppo legata a devozioni particolari, pur degne di rispetto, e troppo poco ancorata al mistero trinitario.

Il progetto del Padre

In seno alla Trinità il Padre è colui che genera il Figlio e dal quale procede lo Spirito Santo. Anche nei confronti della chiesa il Padre esercita la sua misteriosa ma reale paternità. Egli l’ha pensata e voluta fin dall’eternità per poi realizzarla nella pienezza dei tempi.

Infatti “I credenti in Cristo (il Padre) li ha voluti convocare nella santa chiesa, la quale, già prefigurata sin dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo d’Israele e nell’antica alleanza e costituita negli ultimi tempi, è stata manifestata dall’effusione dello Spirito Santo e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli”.

È da questa verità, da questo mistero che deriva per tutti i membri della chiesa la consapevolezza che se hanno una madre in terra, hanno anche un padre nei cieli: un padre dal quale invocano e ricevono misericordia e perdono. La chiesa è nata e viene continuamente rigenerata da quel Padre che è grande e ricco di misericordia.

  1. Missione e opera del Figlio

 Il Verbo di Dio si è fatto uomo per realizzare la missione che il Padre gli ha affidato: “È venuto quindi il Figlio, mandato dal Padre”. La missione che svolge Gesù la svolge come atto di obbedienza al Padre. Egli è “il missionario del Padre”. Affidando la missione al Figlio il Padre manifesta la sua volontà di uscire dal suo mistero per entrare in contatto con l’umanità.

In questo modo “Cristo ha inaugurato in terra il regno dei cieli e ce ne ha rivelato il mistero”. Qui risulta chiaramente il rapporto tra Cristo e la chiesa: questo rapporto lo si può capire, almeno in parte, se teniamo presente che la chiesa non è autosufficiente e, tanto meno, autonoma, ma essenzialmente relativa a Cristo e al regno di Dio.

Di questo regno “la chiesa è germe e inizio” (L. G., 5). Pertanto i padri conciliari possono affermare: “La chiesa, ossia il regno di Cristo già presente in mistero, per la potenza di Dio cresce visibilmente nel mondo”. Si tratta di comprendere che cosa significhi l’espressione “presente in mistero”: esattamente quello che cercheranno di dirci i padri conciliari nel prosieguo delle loro riflessioni.

  1. La missione dello Spirito Santo

“Compiuta l’opera che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la chiesa, e i credenti avessero così per Cristo accesso al Padre in un solo Spirito”(n. 4).

Ma in che cosa consiste questa missione dello Spirito, dopo quella del Figlio? Il concilio lo dichiara subito apertamente. Come aveva detto Gesù stesso, lo Spirito porta a perfezione quello che Gesù aveva fatto sulla terra: “Molte cose ho ancora da dirvi… Quando però. verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera” (Giovanni 16, 12-15).

Inoltre lo Spirito dona perenne giovinezza alla chiesa di Cristo: “Con la forza del Vangelo fa ringiovanire la chiesa, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione con il suo sposo. Poiché lo Spirito e la sposa dicono al Signore Gesù:-Vieni!”. Lo aveva detto anche Giovanni XXIII inaugurando il concilio: “Sarà questa una dimostrazione della chiesa, sempre vivente e sempre giovane, che sente il ritmo del tempo, che in ogni secolo si rinnova di nuovo splendore”.

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