CHIAMATE DA SAN GABRIELE…

Ogni anno percorrono un tratto della via Francigena, lo storico sentiero percorso dai pellegrini che da varie parti d’Europa si muovevano verso Roma. Quest’anno il programma prevedeva il tratto toscano compreso tra Siena e Radicofani (SI), circa 70 chilometri da percorrere a piedi, ma hanno dovuto rinunciare a causa della epidemia da Coronavirus.

Potrebbe bastare questo a farci intuire che non sono donne come le altre: quella della attenzione al bisogno dei compagni di cammino è una cosa che si impara percorrendo lunghi pellegrinaggi.

Loro, sono Elena e Carmen (architetti), Gabriella (detta Nadia) e Lella (impiegate), e Carmen (avvocato). Vivono a Arconate (MI) e durante il periodo più difficile della pandemia, che in Lombardia è stata più dura che altrove, hanno messo a disposizione tempo, energie, risorse e competenze per aiutare quanti vivevano una particolare difficoltà in un momento non semplice per nessuno.

Chi, come Lella, portando aiuti ai più bisognosi insieme al marito; chi come Carmen, che le amiche chiamano bonariamente “l’avvocata nostra” sia per professione sia per il suo legame col santuario di Lourdes dove spesso presta servizio di volontariato, offrendo sostegno alle famiglie che, a causa delle restrizioni imposte dal lockdown vivevano situazioni di particolare difficoltà; chi magari raccogliendo offerte per la Caritas parrocchiale e convertendole in beni da distribuire ai più bisognosi.

Le ho incontrate al santuario di San Gabriele un sabato di giugno. Sono arrivate a piedi in un pellegrinaggio partito da Montorio al Vomano (TE), quasi 15 chilometri.

Gabriella ha origini abruzzesi. La sua famiglia era di Bellante e si è trasferita quando lei era ancora molto piccola. Ricorda ancora, non senza commozione, che la sua mamma quando tornava in Abruzzo, in dialetto diceva: “dobbiamo andare a san Gabriele”. Nel cellulare conserva ancora alcune vecchie foto in bianco e nero in cui lei a tre anni poggiava la manina sulla vetrata dell’urna di san Gabriele. Anche sua zia Gabriella, di 8 anni più grande, ha una foto simile.

A parte lei, nessuna conosceva san Gabriele e per questo penso che forse san Gabriele si sia servito di lei per incontrarle.

Il percorso sulla via Francigena previsto per quest’anno era infatti ormai annullato quando il governo ha riaperto alla circolazione interregionale. Gabriella, che ha una casa a Tortoreto, ha quindi proposto alle sue amiche di fare un periodo in Abruzzo e di venire in pellegrinaggio a san Gabriele.

Quando arrivano le accolgo e mostro loro il nuovo santuario, quindi l’antica basilica e i luoghi del santo. È davanti all’urna, però, che percepisco come san Gabriele in qualche modo le abbia proprio volute incontrare: mentre infatti Lella si domanda come mai non avesse conosciuto prima i passionisti, Carmen, “l’avvocata nostra”, mi confida che un sacerdote le aveva indicato san Gabriele come guida e protettore, benché lei non lo conoscesse. Gabriella, intanto, fa un tuffo nel passato, gli occhi le diventano lucidi pensando a quando era stata qui da bambina insieme alla sua mamma e quando ha fatto ricorso alla intercessione del santo in alcune necessità.

Sì, ne sono certo: Gabriele le ha volute qui per donare anche a loro quel sorriso di paradiso che sempre dispensa a chi lo incontra. Ma il tempo vola e tra gomiti e mascherine ci salutiamo con l’arrivederci al santuario di San Gabriele.