CHIAMATA ALLE URNE

Il 2024 è un “anno elettorale”, vota metà della popolazione mondiale e i risultati potrebbero cambiare il nostro mondo. Anche gli abitanti dell’Unione Europea sono chiamati a eleggere il Parlamento Europeo e ridare, si spera, un’anima all’Europa.

Il 2024 è stato definito “l’anno elettorale” perché in ben 76 paesi, tra cui i 27 dell’Europa Unita, si svolgeranno elezioni amministrative o politiche, coinvolgendo quasi quattro miliardi di persone, la metà degli abitanti della Terra. Forse mai nella storia tante persone hanno votato nello stesso anno e forse mai queste elezioni saranno tanto determinanti per le sorti del Pianeta. Infatti potrebbero cambiare il nostro mondo, perché ormai la Terra si è fatta piccola, le sorti dell’uno influiscono sulle sorti degli altri e comunque siamo tutti nella stessa barca. Tanto più che le elezioni si terranno in 8 dei 10 Paesi più popolosi del mondo tra cui Stati Uniti, India, Brasile, Russia, Indonesia, Messico, eccetera. Non è indifferente in Europa quello che accade negli Stati Uniti o in Russia o in India, il Paese più popoloso del mondo. Purtroppo in 33 Paesi le elezioni non saranno libere, quindi non democratiche, non saranno vera espressione della volontà del popolo.

Anche l’Unione Europea è chiamata alle urne per eleggere il Parlamento Europeo. Non è la prima volta che accade ma rimane pur sempre un fatto unico al mondo: elezioni sovrannazionali in 27 paesi, che coinvolgono oltre 370 milioni di elettori, rappresentanti quasi 450 milioni di abitanti. Si eleggeranno 720 deputati, di cui 76 italiani. In Italia si voterà l’8 il 9 giugno (sabato 8 giugno dalle ore 14 alle ore 22 e domenica 9 giugno dalle ore 7 alle ore 23). Gli italiani avranno un doppio appuntamento perché negli stessi giorni si voterà anche per le amministrative in 3.701 comuni, 27 capoluoghi di provincia e 6 capoluoghi di Regione. Il Parlamento è l’unica istituzione dell’Unione Europea a elezione diretta universale e quindi una garanzia di legittimità democratica per tutta l’istituzione. C’è purtroppo un’apatia elettorale diffusa in tutta Europa, Italia inclusa. Il Parlamento Europeo invita tutti a votare con lo slogan “Usa il tuo voto”, non lasciare gli altri decidere per te.

È probabile che la campagna elettorale europea si concentri sui problemi dell’immigrazione e della guerra in Ucraina, temi su cui l’opinione pubblica è molto divisa. Quanto all’immigrazione, al di là dell’aspetto umanitario, l’Europa ha bisogno di immigrati per la sua industria. Questo vale soprattutto per l’Italia che risulta il paese più vecchio dell’Unione, che continua a perdere popolazione, già sotto i 59 milioni, nonostante le immigrazioni. Altro tema che certamente sarà dibattuto è quello della difesa militare dell’Europa e della necessità di un esercito unitario. Anche il rinnovamento di alcune istituzioni europee potrebbe entrare nel dibattito.

C’è un altro tema che meriterebbe di essere discusso appassionatamente, quello dell’anima dell’Europa, come già diceva negli anni 50 Robert Schuman, fra i primi fautori dell’integrazione europea. L’Unione Europea non è solo un’associazione economica, ha bisogno di recuperare i valori che sono alla base della sua costruzione, che l’hanno resa grande e ora rischiano l’oblio. Ha bisogno di un’anima per promuovere e insegnare la dignità inviolabile della persona umana e armonizzare la sua antica cultura umanistica con la nuova cultura tecnico-scientifica. Non vi è dubbio che le radici della cultura europea siano fondamentalmente cristiane, cosa che purtroppo molti europei dimenticano e, a volte, sembra che quasi se ne vergognino. Le potenze economiche si stanno spostando in Asia.

Se l’Europa vuole continuare a essere rilevante, essere un faro di cultura e punto di riferimento per il mondo, deve recuperare la sua anima cristiana. L’alternativa è l’insignificanza.