CELEBRAZIONI BRAMANTESCHE

Il comune di Fermignano celebrerà con una serie di iniziative i 500 anni dalla morte del massimo architetto della rinascenza, Donnino o Donato Bramante, nato nel 1444 a Monte Asdrubaldo, territorio dell’allora ducato di Urbino, di cui l’ente locale rivendica con forza di essere l’attuale Fermignano. Delle manifestazioni se ne occupa un apposito comitato composto da Massimo Moretti, storico dell’arte, dai soprintendenti ai beni architettonici e ai beni artistici delle Marche, Stefano Gizzi e Maria Rosaria Valazzi e da monsignor Davide Tonti, vicario episcopale per la cultura della diocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado. Virtuoso dalla complessa personalità, come attestano i suoi indirizzi architettonici, la nuova visione urbanistica, i suoi iniziali esperimenti pittorici, i tentativi poetici e un certo impegno letterario, di Bramante si conosce poco fino al 1477 quando lo troviamo a Bergamo. Nel 1499 è a Roma dopo Milano dalla quale se ne va a seguito della caduta di Ludo-vico il Moro, suo protettore e mecenate. Il periodo romano è quello più fecondo e dove viene accostato al maestro della cultura classica Leon Battista Alberti. Nel 1506 è a Bologna, l’anno dopo a Loreto dove tornerà più tardi. Ebbe povere origini e molto presto si recò a Urbino presso Scirro da Castel-durante, suo primo maestro, uno dei cinque architetti della corte dei Montefeltro. L’impronta urbinate resterà sempre presente in lui. Qui entrò in contatto con Luciano Laurana, l’architetto dalmata che realizzò la reggia feltresca. Morì a Roma, dove ha principalmente lasciato l’impronta della sua arte, nell’aprile del 1514 all’età di 70 anni. è sepolto in San Pietro.

L'ECO di San Gabriele
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