CALCIO INSAZIABILE

Alla ricerca di nuovi spazi (televisivi, ça va sans dire…) il calcio europeo a livello di rappresentative nazionali accetta il duro confronto con la realtà del mercato e prova a mettersi in gioco. Chiamarla proposta, al momento, è forse troppo: diciamo che c’è un progetto, appena appena abbozzato, sul quale le “diplomazie” sportivo-calcistiche stanno lavorando per giungere ad una sintesi. Gli interessi in gioco, come si capisce, sono tanti e consistenti, perché oltre ad incontrare il prevedibile ostracismo delle società, impegnate, coinvolte, cointeressate ai proventi, diretti e indotti, degli accordi televisivi, c’è da bypassare la cadenza biennale e alternata dei campionati mondiali e continentali, per un calendario già ben affollato e nel quale c’è pochissimo spazio per le cosiddette amichevoli. Da qui l’ipotesi di una “Uefa Nations League” (o come verrà etichettata), torneo che sarebbe propedeutico al campionato europeo per nazioni propriamente detto. Il programma, al momento, sarebbe quello di iniziare con una fase eliminatoria aperta a tutti per poi dividere in 4 gruppi le migliori 16. Infine si giocherebbe una fase finale tra le prime di ogni girone, in campo neutro, nei mesi estivi degli anni dispari, così da non accavallarsi con Europei e Mondiali. Sarebbero già state delineate le 8 teste di serie: Germania, Spagna, Italia, Francia, Inghilterra, Olanda e Portogallo. Le squadre vincenti dei gruppi di qualificazione potrebbero ricevere una wild card per la partecipazione a Euro 2020, in modo da stimolare la partecipazione “attiva” a un torneo che, a molti, sembra creato ad hoc per aumentare gli introiti derivanti da sponsor e vari diritti televisivi. Ma non c’è il rischio di una saturazione?