di Umberto Tulli,
ed Carocci, pp. 170, euro 16,00
Tra il IV e il I secolo a.C. – nel periodo comunemente noto come ellenismo – nel Mediterraneo è usanza diffusa datare gli avvenimenti importanti a partire da un riferimento preciso: l’Olimpiade, ovvero il frangente di quattro anni che intercorre tra una celebrazione dei Giochi e l’altra. Più che una curiosità storica, questo dettaglio introduce una considerazione fondamentale: le Olimpiadi, sin dalla loro nascita, rappresentano un evento di enorme portata socio-politica. Quando Pierre de Coubertin le rilancia nel 1894, l’incidenza della Storia diventa un dato preponderante.
I Giochi attraversano guerre mondiali, totalitarismi, terrorismo e globalizzazione; tutto arricchendosi di volta in volta di nuove nazioni, battaglie civili e innovazioni tecniche e normative. In altre parole, ripercorrere una Breve storia delle Olimpiadi moderne significa indagare l’ultimo secolo e mezzo di umanità da un punto di vista privilegiato: quello dello sport, lente potentissima per osservare la società da ogni gradino del podio.
