Bollette, sanità e motoseghe…

I genitori di una volta erano sicuramente molto più previdenti di quelli di oggi. L’insegnamento quotidiano era basato su una filosofia che traeva origine da guerre e patimenti. Insomma, era un po’ l’arte di sfangarla, dell’“impara l’arte e mettila da parte.” Quando per arte si intendeva l’addestramento alla manualità nel riparare le cose di casa, come per esempio sostituire una lampadina fulminata o, cosa un po’ più complessa le iniezioni intramuscolo, le punture, come si diceva allora. Cose che fino a qualche tempo fa erano totalmente assenti nell’orizzonte di vita dei genitori di oggi e figuriamoci dei loro figli. Un po’ perché le cose presenti sono tecnicamente più complesse rispetto a quelle di ieri. Un po’ perché il mondo contemporaneo rifiuta la logica dell’uomo o della donna generalista, che sanno fare tante cose, poco e non sempre bene. Apprezza, invece, lo specialista, quello che fa fare una cosa sola. Bene e, si spera, senza errori. Invece, questa visione della vita pare sia in crisi, Pare, insomma, che per ragioni legate alle condizioni sociali di vasti strati della popolazione si stia ritornando al “fai da te”. Anche se approssimativo, tuttavia efficace dal punto di vista dell’economia domestica. Una volta, nelle scuole cosiddette dell’avviamento (l’altroieri scuole medie inferiori; oggi scuole secondarie di primo grado), questa materia, l’economia domestica, si insegnava. Tornerà di moda? Speriamo di no. Perché vorrebbe dire che l’impoverimento complessivo della società sarebbe tornato a livelli che mai avremmo voluto ri (vedere).

Ma tutto questo che centra con questa rubrica che si occupa delle cose dell’Abruzzo. Presto detto. Le condizioni di vita della gente nella nostra regione vanno di giorno in giorno aggravandosi. E sono le persone anziane a partirne di più. Oggi va di moda la motosega che impugnano i più ricchi del mondo per figurare i tagli che bisogna fare, a loro parere, per rimettere in piedi il mondo. Agli anziani basterebbe impugnare una bolletta del gas per simboleggiare la motosega delle loro pensioni.

Bollette a parte, dunque. Che dire della sanità? In Abruzzo gli anziani non si curano più: sono 120 mila quelli che rinunciano alle cure per mancanza di denaro. Quasi il 10 per cento dell’intera popolazione che stremata dalle lunghe attese nelle strutture pubbliche non hanno denaro a sufficienza per campare e nello stesso tempo pagarsi le cure nelle strutture private. E se tornare al “fai-da-te” per le piccole cose da riparare in casa è possibile, per le cure sanitarie è praticamente impossibile. Persino per le iniezioni intramuscolo. Ci vorrebbe ben altro che tornare a insegnare nelle scuole economia domestica. E lasciamo alla vostra immaginazione cosa.

L'ECO di San Gabriele
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