ASPETTA E SPERA…

A MONTE DI TUTTI I DISSERVIZI C’È IL PIANO DI TAGLI VOLUTO DA POSTE ITALIANE DIVENTATO OPERATIVO NELL’ESTATE SCORSA. MA NON TUTTI, FORSE, SANNO CHE IL MANCATO RECAPITO DELLA POSTA È UN REATO… Migliaia di tonnellate di posta che ogni anno si accumulano senza arrivare al destinatario. Lettere, multe, raccomandate, documenti importanti, riviste e giornali: come i nostri lettori hanno segnalato più volte, in tutte le regioni d’Italia si vive il problema della posta inevasa.  Mancanza di personale – i postini sono sempre di meno -, pochi uffici sul territorio a smistare quantità enormi di posta: questi i motivi più comuni per il mancato recapito della posta nelle case degli italiani che, in diverse parti del nostro paese, vengono denunciati da cittadini e sindacati.

La mancata ricezione della posta, però, può portare a conseguenze gravi: è emblematico il caso della signora di Treviso che, dopo essersi sottoposta ad alcuni esami clinici in ospedale, aspettava i risultati per posta. Passano settimane e delle analisi non vi è alcuna traccia nella cassetta postale della signora. Dopo un mese, spazientita e preoccupata, va dai carabinieri per rintracciare le risposte dell’ospedale di Castelfranco Veneto: la donna ha scoperto così, dopo un mese, che avrebbe dovuto iniziare la chemioterapia e che l’esito dei suoi esami giaceva insieme con altre tonnellate di posta, nell’ufficio di Mareno di Piave a Treviso. Sono stati i carabinieri a rovistare e recuperare il 16 gennaio nel cumulo di posta inevasa la lettera che l’ospedale aveva inviato il 27 dicembre. La storia della  donna, che ha dovuto iniziare le cure contro il tumore con un mese di ritardo è finita sul tavolo della Procura di Treviso con una denuncia per interruzione di pubblico servizio. Del caso se n’è occupato anche il governatore del Veneto, Luca Zaia: la sua denuncia all’Agi-com ha fatto aprire un’inchiesta. La giustificazione data dall’ufficio postale è stata la mancanza di portalettere.

Non va meglio in provincia di Roma, dove si parla di 5 milioni di lettere in giacenza. Sul litorale laziale – da Anzio a Nettuno – spesso devono intervenire i carabinieri a sedare gli animi negli uffici postali dove i cittadini, esasperati, aggrediscono gli addetti agli sportelli. Sempre sul litorale laziale, molti anziani si sono ritrovati senza pensione perché non hanno mai ricevuto – e quindi mai spedito – il modulo di autocertificazione dell’Inps.

Non va meglio a Roma città dove, de-nuncia la Uil di Roma e Lazio, “la situazione è particolarmente critica nell’ufficio di piazza Bologna, dove viene concentrata buona parte della corrispondenza a firma (raccomandate, atti giudiziari, notifiche) non recapitata”. Secondo il sindacato “è stato necessario più volte l’intervento delle forze dell’ordine per mantenere la calma”. Non va meglio negli altri quartieri della capitale: Torre Gaia, Casilina, Montesacro, Boccea, Selva Candida e Casalotti non hanno ricevuto la corrispondenza per settimane: decine di migliaia di cittadini senza posta.

A monte di tutti i disservizi c’è il piano di tagli voluto da Poste Italiane del febbraio 2013 e diventato operativo nell’estate scorsa e che prevedeva 6mila tagli al personale (in origine erano 9mila, ridotti di 3mila unità in fase di trattativa sindacale). E i numeri di questi tagli sono pesanti: in Lombardia, per esempio, sono stati eliminati 712 portalettere, di cui 68 a Milano città e 100 in provincia; nel Lazio sono stati tagliati 538 postini, 385 dei quali nella sola Roma. Non va meglio in Piemonte, dove i tagli sono stati di 348 portalettere di cui 158 solo nel capoluogo.

E il caos non regna solo per la consegna, ma anche per la gestione, come accade negli uffici di piazza Bologna a Roma, di cui si è parlato prima: poco personale deve far fronte a una mole impressionante di corrispondenza a firma non recapitata e anche ai cittadini infuriati.

Nel centro di smistamento di Fiumicino la giacenza pesa ormai 11mila chilogrammi, ovvero, circa 5 milioni di lettere che aspettano di essere recapitate assieme a 140mila raccomandate che probabilmente i destinatari non riceveranno mai. Tra queste, i sindacati hanno avuto notizia di centinaia di bollettini Tares rimasti in sospeso e che costeranno una mora agli ignari destinatari.

In pratica, il servizio corrispondenza da cui nel 2012 Poste Italiane ha ricavato un utile da 4,5 milioni di euro, che dovrebbe essere lo scopo principale dell’azienda, viene falcidiato a ogni piano aziendale di risanamento.

Ma non tutti forse sanno che il mancato recapito della posta è un reato: sia che il postino ometta di consegnare lettere e bollette, o le distrugga (in questo caso è perseguibile personalmente), sia quando è la stessa azienda per politiche interne a non consegnare la corrispondenza. In questo secondo caso, sarà l’ente a rispondere del reato ma solo se i cittadini, vittime della mancata consegna, procedano a una denuncia. Perché nel cumulo di posta non consegnata potrebbero esserci bollette, notifiche, raccomandate che se non consegnate, potrebbero far cadere il destinatario in sanzioni pesanti, sequestri, multe, ipoteche o tagli di luce e gas (basti pensare al mancato recapito di una cartella di Equitalia).