ARRIVEDERCI in PARADISO

LUDOVICO LIMMER
By Nandino Di Eugenio
Pubblicato il 2 Aprile 2013

Non era passato neppure un mese dai funerali di Luigi Crawford, giovane studente morto a 21 anni e dieci mesi, quando la comunità passionista di Louis-ville (Usa) si raccolse nuovamente in chiesa per dare l’ultimo saluto a Ludovico Limmer, un altro studente ancora più giovane di Luigi. I religiosi avevano vissuto il tempo tra i due funerali ricordando con affetto la vita esemplare di Luigi e pregando con fervore per Ludovico. Il loro dolore per quanto già avvenuto, era illuminato dalla fede; la loro preoccupazione per quanto il corso normale degli eventi faceva prevedere, era resa meno amara dalla serenità di Ludovico. In seguito i confratelli ricorderanno con meraviglia e stupore la vita santa dei due giovani di cui erano stati edificati testimoni oculari. Ne parleranno dentro e fuori convento con una ammirazione mai spenta.

Di Luigi già si è parlato in questa rubrica (maggio 2004); non resta quindi che raccontare i giorni veloci di Ludovico. Nato a Saginaw (Usa) il 3 gennaio 1882, a quindici anni entra nel seminario passionista. L’impatto con il nuovo stile di vita e con un ambiente sconosciuto non gli crea problemi, anzi gli è addirittura dolce e piacevole; gli bastano pochi giorni per integrarsi con gli altri seminaristi. Continua la formazione scolastica; nella preghiera e nel dialogo con il direttore spirituale cresce nella consapevolezza che il Signore lo chiama al suo servizio; segue con responsabilità e gioia gli impegni previsti dall’orario quotidiano. I superiori dopo meno di un anno lo inviano a Louisville per compiervi il noviziato. Veste l’abito passionista il 22 luglio 1908 ed emette la professione dei voti religiosi il 23 luglio 1909. L’anno di prova lo ha reso più maturo sia sotto l’aspetto umano che sotto l’aspetto religioso; non sono mancate difficoltà, ma il giovane le ha superate dialogando con il direttore e seguendone docilmente i suggerimenti. I responsabili della sua formazione si di-chiarano pienamente soddisfatti di lui.

Dopo l’anno di noviziato dedicato so-prattutto alla preghiera, alla conoscenza della vita religiosa e del carisma passionista, Ludovico riprende l’iter scolastico che lo prepara al sacerdozio. I testimoni lo definiscono un giovane dotato di “singolari talenti, di un grande amore allo studio e di un amore altrettanto grande per l’acquisto della perfezione religiosa”. I superiori hanno tutti i motivi per prevedere un ottimo futuro per il giovane che una volta sacerdote potrà dedicarsi con frutto all’apostolato e potrà essere un soggetto molto prezioso nella vita delle comunità per il suo zelo, la sua cultura e la sua bontà. Prospettive certamente belle che poggiano su basi sicure, destinate però a svanire molto presto.

Ludovico infatti si ammala di tisi: gli orizzonti inevitabilmente si restringono e si oscurano, i pensieri di tutti assumono altre dimensioni. I genitori del giovane nell’estremo tentativo di strapparlo alla morte chiedono con insistenza di poterlo riportare in famiglia sperando che l’aria nativa ottenga il miracolo. I superiori non credono che il trasferimento possa giovare allo studente; ma per non sembrare troppo severi ed eccessivamente insensibili verso un malato, accolgono l’accorata richiesta. Ludovico, prima di partire, vuole salutare il confratello Luigi colpito anche lui dalla tisi e ormai al termine dei suoi giorni. Un saluto che ha il sapore di un addio, un colloquio struggente, una promessa di ricordarsi nella preghiera per sostenersi a vicenda nel cammino ormai irreversibile verso la morte. I due giovanissimi religiosi sono consapevoli che in terra non si rivedranno più. “Ci rivedremo in paradiso”, si promettono l’un l’altro.

Come previsto e come temuto dai superiori, non vi sarà alcun miglioramento nella salute del giovane. Il malato vorrebbe tornare in convento per morire tra i suoi confratelli ma la situazione precipita in modo così grave e veloce che non è possibile sottoporlo a un ulteriore e doloroso trasferimento. Nei tre mesi trascorsi in famiglia edifica tutti con la sua serena rassegnazione, la sua inalterabile pazienza, la sua continua preghiera. Ludovico muore il 2 aprile 1911 a 19 anni e 3 mesi di età. In cielo, dove lo ha preceduto di appena 25 giorni, lo accoglie l’amato confratello Luigi. Era stato questo il loro appuntamento. (158)

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