Aniello Arena è un ergastolano. Un killer di camorra che in carcere si è riscattato ed è diventato un attore tanto da vincere il nastro d’argento come miglior attore dell’anno con Reality, il film di Matteo Garrone in cui è il superbo protagonista. Nel cinema e nel teatro ha trovato un mezzo per salvarsi, come dice lui. Aniello è un detenuto del carcere di Volterra, condannato all’ergastolo per omicidio: era l’8 gennaio del 1991, giovane camorrista napoletano, aveva 23 anni quando fu coinvolto nella strage di piazza Crocelle a Barra, la periferia di Napoli, dove è nato e cresciuto. Quel giorno morirono tre persone. Di ciò che è stato resta ben poco se non il ricordo. Ha scontato più di vent’anni con buona condotta e, grazie all’articolo 21 del codice di procedura penale, oggi è in regime di semilibertà: ogni mattina esce alle 9.15 e rientra alle 18.30. Lavora dirimpetto al carcere, a Carte Blanche, l’organizzazione della Compagnia della Fortezza diretta da Armando Punzo, la più celebre e la più speciale delle realtà artistiche nate in carcere, dove dieci anni fa Aniello ha iniziato a recitare. Per gli altri detenuti lui oggi è il manifesto del riscatto. “Quello che ce l’ha fatta”.
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