“La prima caratteristica che colpisce in Andrea – spiega Benedetto XVI – è il nome: non è ebraico,come ci si sarebbe aspettato, ma greco, segno non trascurabile di una certa apertura culturale della sua famiglia” Nel Nuovo Testamento troviamo quattro liste di dodici uomini che Gesù sceglie durante il suo ministero pubblico per stare con lui e per mandarli a predicare: – Mc 3, 16-10 – Mt 10, 2-4 – Lc 6,14-16 – At 1, 1, 13 ( in questa lista è escluso Giuda Iscariota che “ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava”, At1,25).
Nelle quattro liste troviamo sempre tre gruppi di quattro. In esse cambia soltanto l’ordine dei nomi che rimangono gli stessi. Al primo posto c’è sempre Simon Pietro. Troviamo Andrea al secondo posto in Matteo e Luca e al quarto posto in Marco e negli Atti.
Fratello di Simon Pietro, Andrea era nativo di Betsaida, “la città di Andrea e di Pietro” (Gv1,44), un piccolo villaggio sulle rive del mare di Galilea. Stranamente il nome non è ebraico, ma greco. Benedetto XVI in una delle sue catechesi sugli apostoli nelle udienze generali, dà questa spiegazione: “La prima caratteristica che colpisce in Andrea è il nome: non è ebraico, come ci si sarebbe aspettato, ma greco, segno non trascurabile di una certa apertura culturale della sua famiglia”.
Ecco l’agnello di Dio
Nella Chiesa Bizantina Andrea è chiamato Protoclito, il primo chiamato, il chiamato della prima ora. Era un discepolo di Giovanni Battista e un girono sentì il suo maestro che, “fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: ‘Ecco l’agnello di Dio’ e i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù”. (Gv1,36-37)
Ci troviamo di fronte a una delle pagine più belle del Vangelo: alcuni versetti (Gv1,37-39) che narrano con poche parole l’intensità dell’incontro tra Andrea e un altro innominato discepolo (Giovanni?) con colui che il Battista ha additato come l’Agnello di Dio: “Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: Che cosa cercate? Gli risposero: Rabbì (che tradotto, significa Maestro) dove dimori?. Disse loro: Venite e vedrete. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio”.
Alla domanda di Gesù: “Che cosa cercate?”, i discepoli rispondono con un’altra domanda: “Rabbì, dove dimori?”. Vogliono l’indirizzo esatto della sua abitazione, della sua dimora, non vogliono perdere di vista colui che il loro maestro aveva additato con le parole Ecco l’Agnello di Dio. Forse queste parole del Battista non erano soltanto una indicazione ma un invito a seguire l’Agnello di Dio. La risposta di Gesù alla domanda dei due non si fa attendere: “Venite e vedrete”. L’invito è a stare dietro a lui, a seguirlo per rimanere con lui.
Non sappiamo nulla del colloquio con Gesù ma ci viene precisata l’ora: “Erano circa le quattro del pomeriggio”. Chissà quante volte Andrea e l’altro discepolo avranno ricordato quel pomeriggio, quell’ora: la decima. È un’ora importante: è l’ora del compimento, dirà sant’Agostino.
Quale il risultato di questo rimanere con Gesù? “Abbiamo trovato il Messia, dirà Andrea a suo fratello Simone che incontra per primo e conduce a Gesù (v.41)”.
Nei vangeli Sinottici Simone e Andrea vengono chiamati insieme da Gesù sulle rive del mare di Galilea. In Giovanni, invece, Andrea è il primo a essere chiamato (protoclito), confessa la messianicità di Gesù e a lui conduce il fratello Simone.
Andrea nei vangeli
Nei vangeli troviamo altri tre momenti che ci fanno conoscere la presenza attiva di Andrea tra gli apostoli.
1) Nel miracolo della moltiplicazione dei pani troviamo gli apostoli Filippo e Andrea che vengono coinvolti da Gesù alla ricerca del pane per sfamare la grande folla che lo segue. Andrea, dopo un’accurata ricerca tra la folla, con molta delusione e un po’ di timore, dice a Gesù: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?” (Gv6,9). È ben poco per la grande folla, i cinquemila che seguono Gesù. Ma il poco dell’uomo messo nelle mani del Signore diventa pane sufficiente anzi abbondante visto che con gli avanzi vengono riempiti dodici canestri. Non possiamo non pensare allo sciupio del molto che abbiamo e alla fame di intere popolazioni che vengono private del pane che noi abbiamo in abbondanza
2) Nei pochi versetti (Mc13,1-4) che segnano l’introduzione del grande discorso escatologico Gesù esce dal tempio e annuncia la sua distruzione in risposta alle parole di uno dei discepoli che esalta la maestosità e la bellezza delle pietre: “Non sarà lasciata qui pietra su pietra” (v.2). Andrea, insieme a Pietro, Giacomo e Giovanni – sono essi i primi discepoli ad essere chiamati, gli chiede: Quando accadranno queste cose e quale sarà il segno…? (v.3). La risposta di Gesù racchiusa nel grande discorso è un invito ai suoi discepoli, a noi, a saper leggere i segni dei tempi restando in vigile attesa, non disattendendo la nostra attenzione sul presente che siamo chiamati a vivere.
3) C’è un terzo episodio nel Vangelo di Giovanni che vede la presenza e il coinvolgimento di Andrea. Siamo a Gerusalemme, poco prima della festa di Pasqua. Tra i pellegrini che affollavano Gerusalemme ci sono alcuni greci cioè dei non giudei, forse appartenenti ai “timorati di Dio”. Si rivolgono a due apostoli che hanno un nome greco: Filippo e Andrea che fanno da interpreti e intermediari presso Gesù. I greci hanno un grande desiderio: “Vogliamo vedere (credere?) Gesù” (Gv12,21). Filippo e Andrea si consultano tra di loro prima di andare da Gesù. Era la prima volta che dei gentili tentavano di incontrare Gesù. La risposta di Gesù annunzia che finalmente è giunta la sua ora: “È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato” (Gv12,23). La pagina evangelica non ci parla di alcun colloquio dei greci con Gesù. Essi non ancora possono vedere (credere?) Gesù ma con questo loro desiderio, con questa loro presenza, dicono che è giunta l’ora della glorificazione. Aggiunge Leon-Dufour: “Essi appartengono a coloro che crederanno senza aver veduto”.
Il martirio di Sant’Andrea
Trascrivo dal Martirologio Romano, 30 novembre. “Festa di Sant’Andrea apostolo: nato a Betsaida, fratello di Simon Pietro e pescatore insieme a lui, fu il primo tra i discepoli di Giovanni Battista ad essere chiamato dal Signore Gesù presso il Giordano, lo seguì e condusse da lui anche suo fratello. Dopo la Pentecoste si dice abbia predicato il Vangelo nella regione dell’Acaia in Grecia e subíto la crocifissione a Patrasso. La Chiesa di Costantinopoli lo venera come suo insigne patrono”.
Una tradizione molto antica parla del martirio di sant’Andrea a Patrasso, in Grecia, su una croce decussata (a forma di X), la Croce di Sant’Andrea.
Le sue reliquie sono nella cripta della stupenda cattedrale di Amalfi.
Nel settembre del 1964 Paolo VI, con un gesto di delicata fraternità, riconsegnò la reliquia della testa di sant’Andrea a Patrasso, alla Chiesa ortodossa greca.