AMORE IN AZIONE

By Mons. Antonio Riboldi
Pubblicato il 3 Ottobre 2016

Gesù sa che c’è il rischio per ciascuno di noi di dirsi di Cristo, ma senza che lui sia davvero al centro della nostra vita, perché prima, come valori sovrani, forse anche non del tutto consapevolmente, mettiamo il possesso delle cose, le tante ambizioni, i tanti interessi, il nostro io. Ma Gesù conosce il nostro cuore e il nostro vero bene. Sa che solo con lui è possibile amare senza voler possedere l’altro o avere restando distaccati, così che le cose non diventino idoli. Del resto fa davvero impressione quanto oggi – ma in fondo sempre – si mettano al primo posto le creature e quanto questo sia devastante per la nostra stessa umanità. Non è mai una soluzione vera dividere il cuore tra l’amore di Dio e l’amore delle cose! Ecco perché il suo insegnamento vuole che in ogni tempo, per ogni generazione, sia incarnato nuovamente in forme visibili e profonde nei suoi santi.

Il 4 settembre madre Teresa di Calcutta è stata proclamata santa: un dono grande per la chiesa e per ciascuno di noi. La sua vita è la dimostrazione lampante che solo amando Dio sopra ogni cosa si può riuscire, anche se con fatica, ma sostenuti dalla sua grazia e potenza, a donare amore a tutti, cominciando dai più vicini e tutto acquista senso! Davvero amare è liberarsi da se stessi – la più terribile schiavitù. Ho dei ricordi indelebili di questa “piccola del regno” e grande donna di Dio.

Con lei ebbi il dono di parlare ai giovani e la incontrai in altre occasioni solenni. Ogni suo tratto era il canto della povertà in spirito, che genera la gioia più pura. Ricordo una volta che un ragazzo le chiese: “Madre Teresa, se Dio le desse la possibilità di tornare da capo a vivere, sapendo cosa voglia dire seguire Gesù, gli direbbe ancora di sì?”. La madre si raccolse un momento, come a riepilogare tutte le tappe del suo infinito Calvario di carità e, sbalordendo tutti, rispose: “Gli direi di no”. Ci fu un attimo di smarrimento nell’assemblea. Ma poi, come assaporando la gioia di avere condiviso l’amore di Gesù con i suoi poveri, riprese: “Ma gli voglio talmente bene, che non esiterei a seguirlo, anche se mi chiedesse maggiori sacrifici”.

In un’altra occasione lei stessa raccontò: “Una volta mi capitò di prendere un uomo coperto di vermi. Mi ci vollero delle ore per lavarlo e togliergli uno a uno tutti i vermi dalla carne. Alla fine disse: Son vissuto come un animale per le strade, ma ora muoio come un angelo, e morendo mi fece un bellissimo sorriso. Tutto qui. Questo è il nostro lavoro: amore in azione. Semplice”.

Semplice? Sì, se il nostro cuore è rivolto là “dove è la verità e la vita, l’amor”. Lei ha scritto: “Se mai diventerò santa, sarò certamente una santa del nascondimento: mi assenterò in continuazione dal paradiso per recarmi sulla terra ad accendere la luce di quelli che si trovano nell’oscurità”. La luce, che solo la certezza della misericordia del Padre per ciascuno di noi, può far brillare nei nostri cuori, perché poi si diffonda nei cuori dei nostri fratelli, vicini e lontani. Abbiamo tanto bisogno di sentirci amati e tutti dobbiamo sapere che lo siamo, infinitamente, eternamente, per poter diventare “amore in azione”.

Solo così, alla fine del nostro pellegrinare terreno, potremo dire con cuore sincero, come scrisse la madre in una preghiera: “Quando le cose finite si dissolveranno e tutto sarà chiaro, che io possa essere stato il debole, ma costante riflesso del tuo amore”.

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