Ai piedi di Mourinho
Ha prestigio ed esperienza, ha detto Fabio Capello a proposito di José Mourinho, “santone” molto glorificato ed altrettanto vincente del calcio europeo, da poco assurto all’immarcescibile olimpo romanista. E soprattutto – ha poi chiosato l’ultimo allenatore giallorosso capace di conquistare uno scudetto (successe nel 2001, un’altra era, vien da ricordare) – conosce bene l’Italia, avendo conquistato quel “triplete” che agli occhi dei tifosi interisti vale quanto – se non più… – il quinquennio juventino degli Anni Trenta. “Roma è una piazza difficile, certo, ma lui – dice ancora Capello – nelle piazze difficili si esalta. Spero per i tifosi della Roma che faccia bene come all’Inter, anche se non basta prendere un grande allenatore per vincere: ci vogliono anche i giocatori”. Che abbiano, magari, i “piedi buoni”, ricordando una delle intemerate ma sempre attendibili citazioni del Dottor Fuffo, al secolo Fulvio Bernardini, grande giocatore e grande tecnico d’un calcio d’antan. Che contese proprio all’Inter – lui era l’allenatore del Bologna – uno scudetto rimasto nella storia per le mille e una polemica che ne connotarono il cammino. Altri tempi.