L’amore non è mai sprecato o perdente, l’amore è sempre fecondo e produttore di vita, di resurrezione nonostante le apparenze. L’amore è eterno
Ci siamo scambiati gli auguri di Pasqua, come da tradizione. E forse non ci siamo resi conto che quell’augurio è un grido di vittoria, un urlo di gioia, il trionfo della speranza. Sì, perché augurare “buona Pasqua!” è come dire: Amico, nonostante le apparenze, il bene, l’amore vinceranno! L’odio, la cattiveria saranno distrutti! La gioia trionferà sulla sofferenza e la morte è stata trasformata nel piedistallo di lancio per la felicità senza fine! Nonostante tutte le apparenze. Buona Pasqua è un augurio rivoluzionario.
Come, perché? Perché Gesù Cristo, il figlio di Dio e uomo come noi, è risorto da morte, la morte non ha avuta l’ultima parola su di lui.
Forse qualcuno dirà: se Cristo è risorto, buon per lui, lui fortunato che ha avuto questa felice sorte. Ma la sua resurrezione cosa ha a che fare con noi? Risposta: Ha molto a che fare con noi perché tutto quello che Gesù Cristo ha fatto l’ha fatto per noi. Si è fatto uomo per noi, ha annunciato il vangelo per noi, è morto sulla croce per noi, e quindi è risorto per noi. Per cui possiamo dire che la sua risurrezione è anche la nostra risurrezione.
Tutta la vita di Gesù Cristo è stata un atto di amore per noi, che ha avuto il suo culmine nella morte in croce, che ha trasformato nella prova umanamente più convincente e credibile del suo amore per l’umanità; come aveva anticipato: “Non c’è amore più grande di questo, dare la vita per l’amico” (Gv 15,12). Nella morte in croce abbiamo la prova suprema del suo amore per noi.
Søren Kierkegaard diceva: Non mi interessa se Dio esiste, mi interessa solo se mi ama! Che ci faccio di un Dio che non mi amasse?
è bello sapere che Dio ci ama fino a dare la vita per noi. Ma vale la pena amare se l’amore è sconfitto, se l’amore è destinato a morire? No, non vale la pena investire sull’amore se l’amore fosse destinato a finire nel buio di una tomba.
Ma Cristo è risorto, ci associa alla sua resurrezione. E se è risorto significa che non hanno vinto coloro che l’avevano condannato, che non ha trionfato l’odio, che l’amore non è stato sconfitto, non è mai morto. Significa che il male, la sofferenza, la morte non avranno l’ultima parola. La risurrezione certifica che l’amore, quello vero, non è mai inutile, non è mai sprecato, non è mai perdente, non è mai improduttivo. Nonostante tutte le apparenze l’amore, quello vero, è sempre vincente, è sempre fecondo, è sempre generatore di vita nuova.
San Paolo apostolo scriveva: “Se Cristo non fosse risorto, vana è la nostra fede” (1Cor 15,14). Come potremmo credere alla vita eterna nel nome di un morto? Come potremmo accettare il comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso”, “perdona”, se chi lo comanda è uno sconfitto, un perdente? La risurrezione è garanzia che la Parola di Dio è parola di vita.
Papa Benedetto diceva che la risurrezione di Cristo è come una nuova creazione, una rivoluzione cosmica, che ha introdotto come una “mutazione genetica” nell’umanità nel senso che l’esistenza umana non è come può apparire una corsa verso la morte, ma una marcia verso la vita senza fine, anzi la gioia senza fine.
Belle parole, ma potremmo obiettare che anche se Cristo è risorto, apparentemente tutto rimane come prima: la morte c’è ancora, rimane la fatica del vivere, il dolore, le guerre, le ingiustizie sono ogni giorno davanti ai nostri occhi. Dov’è questa nuova creazione? Devo aspettare di morire per vedere la risurrezione all’opera? è qualcosa che posso solo sperare?
No, la resurrezione inizia qui sulla terra. è già operante, attiva tra noi. E dipende da noi renderla attiva e operante. La risurrezione non è un automatismo, è un cammino, un processo che inizia qui su questa terra, che deve avere ognuno di noi come attore, e avrà il suo trionfo nella vita eterna. Ognuno di noi è agente della risurrezione, agente “pasquale”.
Come rendo presente la risurrezione? Come ha fatto Cristo: con l’amore. Ogni atto di amore è un atto di vita, è un passo verso la risurrezione. Perché Cristo è risorto. E per questo vale la pena ripeterlo: l’amore non è mai inutile, sprecato, l’amore è sempre fecondo e generatore di vita e risurrezione. L’amore è eterno.