UNA NUOVA STELLA nel FIRMAMENTO dei VINI

By Gloria Danesi
Pubblicato il 2 Ottobre 2015

La Cococciola, coltivata nella provincia di Chieti, è una varietà a bacca bianca dal grosso acino, utilizzato in passato principalmente come uva da taglio per apportare freschezza e acidità, in particolare al Trebbiano. Finalmente oggi è vinificatA in purezza! In Abruzzo la vite prospera a tal punto da risultare una sorta di terra di Canaan italiana. Questo grazie a vignaioli che hanno assecondato la vocazione del territorio, lavorando sodo mettendo in campo sudore e amore, fini intelligenze e vivace creatività. Vini di corpo e di profumi frutto della passione e dell’idea vincente ed eroica che il cuore deve essere lanciato oltre l’ostacolo. L’esperienza di tante vendemmie – la prima delle quali si perde nella notte dei tempi – e vinificazioni sempre più attente con sperimentazioni volte al miglioramento della qualità hanno portato a produzioni d’eccellenza. Da qui il successo strepitoso decretato dai consumatori e dagli esperti che hanno premiato rossi, rosati e bianchi, i classici Montepulciano, Cerasuolo e Trebbiano. Ma il comparto vitivinicolo, non appagato dai pur sorprendenti risultati ottenuti, sempre in fermento come i suoi effervescenti mosti e la convinta visione identitaria degli addetti ai lavori, hanno portato alla riscoperta di vitigni autoctoni che oltre a caratterizzare il paesaggio hanno notevoli potenzialità. Ci riferiamo al Montonico, al Pecorino, alla Passerina, al Moscato di Castiglione e alla Cococciola. Di quest’ultimo vitigno intendiamo, in questa occasione, tessere le lodi. Coltivato nella provincia di Chieti, è una varietà a bacca bianca dal grosso acino, utilizzato in passato principalmente come uva da taglio per apportare freschezza e acidità, in particolare al Trebbiano. Finalmente oggi è vinificata in purezza!

La Cococciola, foglia grande come la generosità nel raccolto e nel gusto che è equilibrato, fresco e fruttato, raggiunge una gradazione alcolica di 13 gradi. Un vino di colore giallo paglierino, a volte con riflessi verdolini, che servito alla temperatura di 8/10°C esalta il gusto di qualsiasi ricetta della cucina marinara dell’Adriatico e di pietanze delicate a base di carni bianche. Di questo raro vitigno al momento non si conosce bene la storia, sottovalutato in patria, ma già più di un secolo fa catalogato in Francia come vitigno di origine abruzzese.

Quest’anno, in agosto, per la prima volta nel suggestivo centro storico di Ari (Chieti) si è voluto celebrare il vino Cococciola con la manifestazione Cococcioliamoci – tra arte e musica. Tra le diverse prelibatezze spiccava il gelato al latte di capra con gelatina di Cococciola. Un territorio, quello del piccolo centro frentano, vocato all’agricoltura e quindi la cucina è squisitamente agreste.

Questi i piatti tipici della tradizione: brodo con pane dorato (nel brodo di gallina vengono immersi cubetti di pane in precedenza bagnati nell’uovo e passati in padella); bucatini con sugo di agnello; pollo o coniglio cotto sotto il coppo; porchetta artigianale; papparella (miscuglio di verdure di campo: fagioli, peperoni rossi secchi, peperoncino piccante e aglio, con l’aggiunta di farina di mais e… sarde); rivotiche, frittelle di farina e acqua; tarallucci della Madonna (farina, zucchero, latte, lievito e vanillina).

La zona di Ari si caratterizza per la presenza massiccia di vigneti (montepulciamo, trebbiano, cococciola…), uliveti (leccino, gentile, dritta), frutteti (albicocche, pesche, fichi, ciliegie), nonché di incantevoli boschi frequentati da rari animali.

Una curiosità: negli anni 20 e 30 del secolo scorso presso la residenza dei baroni Nolli ebbe sede la Pensione inglese, un cenacolo letterario che attraeva artisti inglesi, olandesi e italiani; tra questi anche Gabriele D’Annunzio, Luigi Pirandello e l’inventore Guglielmo Marconi.

Le particolari condizioni pedologiche e climatiche presenti nella regione verde d’Europa e l’essere riusciti a coniugare tradizione e modernità sono le ragioni del successo dei vini abruzzesi sui mercati nazionali e internazionali.

Vini d’Abruzzo sintesi della bontà e bellezza di una terra, sublime creazione di Dio che il duro ma amorevole lavoro dei suoi abitanti ha migliorato nel tempo. Dalla terra alla botte, dalla bottiglia al bicchiere, un lungo e difficile percorso affinché l’entusiasmante sinfonia di colori, profumi e sapori raggiunga ed esalti il palato.

 

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