IL DONO DELLA MISERICORDIA

By Mons. Antonio Riboldi
Pubblicato il 31 Maggio 2016

Credo che tanti avranno visto l’immagine di Gesù Risorto, dal cui costato escono due fasci di luce: una rossa sulla destra e l’altra simile al colore dell’acqua. È l’immagine di Gesù, come apparve tante volte a suor Faustina Kowalska, la “missionaria” della Misericordia di Dio. Siamo nello straordinario anno giubilare della Misericordia e nel mese di giugno, dedicato al Cuore di Gesù, e credo sia giusto fare conoscere il significato e il contenuto profondo di questa immagine. Se c’è un lato oscuro nella vita di tutti noi è la difficoltà al perdono, quando siamo offesi. Facile ricambiare il male ricevuto con la chiusura al perdono, anche se poi nel tempo risulta devastante. Quante volte i mass-media, raccontandoci fatti di violenza o torti subiti, ci riportano affermazioni nette: “Non li perdonerò mai!”. Si aggiunge così odio a odio: una vera chiusura al comandamento dell’amore.

Gesù, dalla croce, avendo subìto ogni tipo di umiliazioni, vittima di un odio che non trova giustificazioni, rivolgendosi al Padre disse: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. E ci insegnò, nella preghiera, a rivolgerci al Padre, che non conosce ombra di rifiuto di fronte alle infinite offese che gli arrechiamo ogni giorno, e ci sostiene nel curare le ferite delle offese ricevute con il grande bene dell’amore: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.

I nostri tempi, come tutti i tempi, paiono segnati dalla voglia di vendetta e i suoi frutti di morte sono sotto i nostri occhi. Come a indicarci, e più ancora per riaffermare la necessità del perdono, e quindi della Misericordia, là dove tutti possiamo restare davvero fratelli senza dannose chiusure e barriere, Gesù si manifestò a una santa del nostro tempo: suor Faustina. Nacque in Polonia, a Glogowiec, da famiglia povera, il 22 agosto 1905. Già a sette anni (due anni prima di ricevere la Prima Comunione) sentì viva la voce della vocazione, ma i suoi genitori non le diedero il permesso di entrare in convento. Incitata dalla visione di Cristo sofferente, bussò a numerose porte, ma da nessuna parte venne accolta. Il 1° agosto 1925 entrò nella congregazione delle suore della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia. Nulla all’esterno tradiva la sua vita mistica, eccezionalmente ricca. L’immagine di Gesù Misericordioso le fu mostrata in una visione del 22 febbraio 1931. Suor Faustina racconta: “Vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido (…) Gesù mi disse: Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù, confido in te. Suor Faustina offrì la sua vita per i peccatori e per tale motivo patì anche numerose sofferenze interiori e disturbi fisici. Pienamente matura nello spirito, morì il 5 ottobre 1938, all’età di appena 33 anni, di cui 13 di vita religiosa. È stata dichiarata santa da Giovanni Paolo II il 30 aprile 2000.

È davvero grande la mia gioia oggi nel proporre a tutta la chiesa, quasi dono di Dio per il nostro tempo, la vita e la testimonianza di suor Faustina. Che cosa ci porteranno gli anni che sono davanti a noi? Come sarà l’avvenire dell’uomo sulla terra? A noi non è dato di saperlo: è certo, tuttavia, che accanto ai nuovi progressi, non mancheranno purtroppo esperienze dolorose. Ma la luce della Misericordia divina, che il Signore ha voluto quasi riconsegnare al mondo attraverso il carisma di suor Faustina, illuminerà il cammino del nuovo millennio. È da questo amore che l’umanità di oggi deve ispirarsi per affrontare le crisi di senso, le sfide dei più diversi bisogni, soprattutto l’esigenza di salvaguardare la dignità della persona umana.

C’è davvero, in questo grande dono della Misericordia, che Dio ha manifestato a suor Faustina, che in questo anno per profetica decisione di papa Francesco è profusa su ogni uomo, l’opportunità di vivere nella speranza e fiducia, non solo il mese di giugno, dedicato al Sacro Cuore, ma sempre. Ne abbiamo bisogno. E preghiamo che quei due fasci di luce rossa e azzurra, che partono dal costato di Cristo, giungano fin nelle profondità del nostro essere, giungano a tutti, nessuno escluso.

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